BALCANI: VERSO UNA RETE REGIONALE D’ INFORMAZIONE

Zlatko Dizdarevic

Un progetto coordinato da Zlatko Dizdarevic per ‘’far parlare fra loro’’ i media di Croazia, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Serbia – ‘’La sostanza nei media della regione non è cambiata rispetto al tempo della guerra: meno linguaggio dell’ odio, ma nessuno che si occupa veramente dei propri vicini’’ – Il progetto nell’ ambito della Iniziativa Igman.

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La maggior parte dello spazio mediatico di Croazia, Bosnia-Herzegovina, Montenegro e Serbia ‘’continua a trasmettere le stesse vibrazioni di quando si era alla vigilia della guerra, e nel periodo in cui la guerra era in corso. Ȓ cambiato qualcosa dal punto di vista cosmetico – non c’è più quel forte linguaggio dell’odio, gli attacchi contro gli altri non sono così brutali e tutto è più sbiadito e sofisticato – ma è del tutto evidente che la sostanza non è cambiata, e la sostanza è una forte dipendenza dei media dalle strutture politiche e dei tycoon, cosa particolarmente evidente proprio nel mondo dei media’’. E’ così che Zlatko Dizdarevic – ex giornalista del sarajevese Oslobodjenje e caporedattore responsabile del settimanale Svijet, ex ambasciatore della Bosnia ed Erzegovina in Croazia, – spiega il progetto per la costruzione di una rete che metta in relazione i media di questi paesi,  nell’ ambito dell’ Iniziativa Igman.                                        

L’ iniziativa Igman – dice Dizdarevic in una intervista a Ivica Dikic pubblicata su Feral Tribune (tradotta per Osservatorio sui Balcan da Luka Zanoni) – ‘’è sorta con la guerra, quando un gruppo significativo di intellettuali di Belgrado, Zagabria e altre città dell’ex Jugoslavia attraverso il monte Igman giunse nella Sarajevo sotto l’assedio serbo: questa iniziativa ha continuato ad operare anche dopo la guerra, senza l’ambizione di occuparsi di pura politica, ma con l’intento di mantenere le relazioni, in un ampio contesto, nel triangolo BiH – Serbia e Montenegro – Croazia e di portare all’attenzione delle opinioni pubbliche di questi paesi i problemi che ci opprimono e che ci impediscono di condurre relazioni normali e civili. Ora, discutendo nell’ambito dell’Iniziativa Igman siamo giunti alla conclusione che esistono molti motivi per temere il funzionamento dei media in Croazia, BiH, Montenegro e Serbia’’. E, quindi, cercare di farli parlare fra di loro costruendo una sorta di rete, visto che – aggiunge il giornalista …. – ‘’nessuno sui media si occupa in modo serio dei propri vicini’’.

‘’Abbiamo realizzato una piccola ricerca pilota che avrebbe dovuto dimostrare se la nostra impressione riguardo i media fosse corretta o no – spiega Dizdarevic -. Abbiamo formato un gruppo di esperti – del quale, date le circostanze, ero a capo – e durante ventuno giorni nell’aprile di quest’anno abbiamo seguito sei quotidiani (Avaz e Glas Srpski della BiH, Jutarnji list e Slobodna Dalmacija della Croazia, e abbiamo seguito la versione bosniaco erzegovese del quotidiano di Spalato, il quale – questo lo abbiamo capito ulteriormente – è politicamente molto diverso dalla versione originale, poi abbiamo seguito Politika e Danas della Serbia), abbiamo analizzato cinque settimanali (Slobodna Bosna e Dani, Nacional e Globus, e NIN), abbiamo inoltre seguito i principali telegiornali della HTV, RTS e BiH1. Abbiamo analizzato quantitativamente e qualitativamente come questi media scrivono a proposito degli altri paesi di questo triangolo: complessivamente abbiamo osservato 1053 articoli e 76 contenuti televisivi, che si sono occupati, oltre che di politica anche di tutti gli altri segmenti della società. I risultati hanno assolutamente confermato la nostra tesi di partenza, e cioè che, detto brutalmente, nessuno si occupa in modo serio dei propri vicini.’’

Il progetto di rete si snoda su due direzioni. La prima, spiega Dizdarevic,  ‘’riguarda il fatto che – grazie all’aiuto dell’ambasciata norvegese a Sarajevo – siamo riusciti a garantire il denaro per scegliere dieci-quindici giornalisti della regione, il cui nome è rispettato, e a cui ho chiesto di scrivere a proprio piacimento quanti testi vogliono sulla realtà del paese in cui vivono (…)

L’altra direzione riguarda la collaborazione con Radio Free Europe (RFE) di Praga: loro, insieme all’Iniziativa Igman, sono già partiti con un progetto televisivo settimanale e una trasmissione radiofonica in stile magazine, che verrà trasmessa in questi quattro paesi, più l’Albania, e nelle lingue dei paesi in cui la trasmissione verrà mandata in onda. Il progetto, con molto scetticismo, è stato offerto alle radio e televisioni della regione e ha incontrato una grande accoglienza, poi è stato offerto anche alle pagine nazionali e – a differenza di Zagabria – con piacere è stato accolto a Sarajevo e a Belgrado’’.

L’ intervista completa è qui: http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/5916/1/51/