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Rallenta la crescita del settore radiotelevisivo in Europa

98,6 MLD DI EURO IL FATTURATO DELL’ AUDIOVISIVO NEL 2002.
CONTINUA IL DETERIORAMENTO DEL SETTORE RADIOTELEVISIVO PUBBLICO La crescita dell’industria radiotelevisiva in Europa rallenta e solo il ramo delle tv finanziate dalla pubblicità  continua a essere in attivo. Lo sostiene il primo volume dell’Annuario dell’Osservatorio europeo dell’audiovisivo* (http://www.obs.coe.int/), “Economia del settore radiotelevisivo in Europa”, pubblicato qualche giorno fa.
Lo studio stima in 98,6 miliardi di euro il fatturato nel 2002 dell’audiovisivo nell’Unione Europea.
Rallenta la crescita del settore radio-televisione mentre, in particolare, la situazione nel campo radiotelevisivo pubblico continua a deteriorarsi, con perdite nette quasi raddoppiate nel 2002.

Il DVD tira la crescita del settore

Nel periodo 1998-2002 il tasso medio di crescita annuale del settore in Europa (quella dei 15) è stato del 6,5%, mentre nel 2002 la crescita nel suo insieme ha ristagnato, con un tasso del solo 0,2%.**
Le vendite e l’affitto di Dvd hanno invece conosciuto la crescita annuale media più forte del periodo (+223%), mentre vendita e affitto di cassette VHS registrano un calo medio di -6,5%.
Le vendite di dischi e di videogiochi hanno invece un tasso di crescita zero. I ricavi delle sale cinematografiche hanno invece conosciuto un tasso di crescita annuale medio del 6,54%.

Rallenta la crescita di radio e televisione

L’insieme del settore radio-televisione ha conosciuto un tasso di crescita annuale medio del 6,82%, ma con delle differenze molto marcate fra i diversi rami operativi: le reti di televendita hanno avuto una crescita del 24,2%, bouquets digitali del 20,4%, le reti tematiche del 16,3%.
La crisi del mercato pubblicitario si è tradotta in tassi di crescita annuali medi molto deboli per le reti tv finanziate dalla pubblicità (4,5%): i tassi di crescita che erano del 14,4% nel 1999 e del 12,5% nel 2000, si sono trasformati in tassi negativi nel 2001 (-2,8%) e 2002 (-4,6%).
Le radio private hanno conosciuto ugualmente un tasso di crescita medio relativamente debole (4,5%).
Il settore della tv pubblica che, col 27% del mercato dell’audiovisivo europeo, resta il più importante, ha registrato un tasso di crescita annuale medio di grandezza analoga (4,4%) e un calo leggermente più debole (-2,7%) nel 2002.

Il settore della televisione in deficit per quattro anni di seguito, ma le perdite si riducono

Basandosi sull’analisi dei conti di 391 aziende televisive, di tutti i generi, l’Osservatorio nota che nel 2002 per il quarto anno consecutivo, il settore “televisione” dell’ industria audiovisiva è stato in perdita. Di fronte a un prodotto operativo lordo di 59,7 miliardi di euro nel 2002, le perdite nette ammontano a 2,9 nel 2002, contro i 2,6 miliardi nel 2000 e i 4 miliardi nel 2001.

Solo le tv finanziate con la pubblicità sono in attivo, ma si affievoliscono i margini di profitto

L’insieme delle reti tv finanziate dalla pubblicità costituisce il solo settore nel complesso redditizio negli anni 1999-2002, con un indebolimento progressivo dei margini di profitto, caduti dal 18,9% del 2000 al 10,7 nel 2001 e al 7,8% nel 2002.
L’insieme delle tv che offrono il digitale terrestre costituisce invece il settore più in perdita (più di 3 miliardi di euro di perdite nette nel 2000 e nel 2001), ma con una tendenza al miglioramento nel 2002, in seguito alla scomparsa di diverse piattaforme chiuse.
Le reti di cinema a pagamento e quelle tematiche hanno visto le loro perdite nette diminuire.
Infine la situazione del settore radiotelevisivo pubblico continua a deteriorarsi, con perdite nette quasi raddoppiate nel 2002, anno particolarmente difficile per le aziende pubbliche radiotelevisive delle Comunità  autonome spagnole (661 milioni di perdite), BBC home service (-480 milioni), RTP (Portogallo 228 milioni), RTE (Irlanda 56 milioni), ORF (Austria 40 milioni), TVE (Spagna 24 milioni) e ZDF (Germania 22 milioni).

Solo i sistemi tv tedesco e francese sono stati complessivamente redditizi

Nel 2002 solo i sistemi tv di Germania e Francia erano, nel loro insieme, redditizi. I sistemi nazionali più in affanno erano quello di Spagna (dove le imprese pubbliche nazionali registrano forti perdite), Portogallo e Finlandia.

Verso un ritorno all’equilibrio nella tv nel 2004?

“A causa della lentezza di alcune importanti imprese nel rendere pubblici i propri bilanci, non è ancora possibile fornire cifre definitive per il 2003”, nota André Lange, responsabile del dipartimento mercati e finanziamenti dell’Osservatorio e coordinatore scientifico dell’Annuario. “Ma secondo le cifre di cui disponiamo, è probabile che, dopo il fallimento di alcune piattaforme digitali nel 2001-2002, dopo le concentrazioni avvenute in Spagna e in Italia e il relativo ristabilimento finanziario della BBC, dell’ORF e della RTE, il settore europeo della televisione possa ritrovare il suo punto di equilibrio nelle cifre relative al 2004”.
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*L’Osservatorio, creato a Strasburgo nel dicembre 1992, ha il compito di raccogliere, trattare e pubblicare informazioni relative al settore audiovisuale europeo. E’ una organizzazione di servizio pubblico. Raccoglie rappresentanti di 35 stati più l’Unione rueopea, rappresentata da un rappresentante della Commissione.

** Tabelle e cifre sono consultabili su
http://www.obs.coe.int/about/oea/pr/a04vol1pdf.pdf.fr

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