
Fra le
tante previsioni che i maggiori esperti di media hanno affidato in questi giorni a Nieman Lab***, colpisce quella che riguarda la fine dei quotidiani come pubblicazioni, appunto, quotidiane e la loro trasformazione in periodici con frequenza bi o tri-settimanale.
Non è una novità il fatto che alcuni quotidiani americani abbiano cominciato a modificare la frequenza di uscita nelle edicole. Ma, al di là dei problemi di risparmi nei costi di carta, inchiostri, stampa, diffusione, ecc., quello che colpisce è il totale cambiamento di quadro che si profila: insomma la ‘’morte’’ del concetto stesso di quotidiano che, da strumento centrale e più autorevole della diffusione del discorso giornalistico, finirebbe per ridursi a una delle tante fonti di informazione, una fonte sostanzialmente di nicchia.
Mentre, parallelamente, l’ intero modello economico dell’ industria giornalistica centrato sulla stampa cederebbe il passo a quello basato sul digitale.
Martin Langeveld*, che affronta la questione in un ampio articolo su Niemanlab (
The Coming Death of seven-day publication), delinea uno scenario con quattro tendenze.
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