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Dossier:
Cinque anarchici del sud.
Una storia degli anni Settanta

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Piazza Fontana
La strage dimenticata

Atti sbiaditi,faldoni confusi, carte inservibili e spesso illeggibili. È l’archivio della strage di piazza Fontana «conservato» a Catanzaro, un pezzo della storia più nera d’Italia: sedici morti e ottantotto feriti, 12 dicembre 1969.

La storia giudiziaria della strage è durata più di trent’anni e si è spostata lungo tutta l’Italia: Roma, Milano, Catanzaro, Bari e infine di nuovo Milano, sua sede naturale, con l’istruttoria del giudice Guido Salvini che ha preso avvio nel 1995.

A Catanzaro, dove dal 1972 al 1981 si sono celebrati quattro processi, sono confluiti tutti gli attidi questo calvario giudiziario e le istruttorie di Milano, Roma e Treviso.Tutta questa imponente mole di fascicoli giace nei sotterranei del tribunale in un caos primordiale: i faldoni sono confusi tra di loro, conservati in alcuni scatoloni disupermercato, e per distinguerne la provenienza qualcuno ha attaccato esternamente un pezzo di scotch colorato. Molti degli atti sono sbiaditi, i reperti fotografici, come la celebre foto del riconoscimento di Pietro Valpreda, sono conservati in bustoni laceri. Ma il problema più grande è la completa mancanza di indicizzazione: le relazioni dei servizi sono mescolate alla rinfusa agli atti delle commissioni parlamentari, ai verbali di interrogatorio dei testimoni, ai reperti. Cercare un singolo documento in questa babele risulta praticamente impossibile, è come averlo perso per sempre.

Di tutto questo materiale non esiste alcuna copia, solo alcune parti sono state fotocopiate nel corso dell’ultima istruttoria a Milano. E gli originali? E gli atti non fotocopiati? .

Per digitalizzare gli atti occorrerebbero, secondo il cancelliere Vatrella che si occupa da vicino della gestione dell’archivio, non più di cinquantamila euro, ma i fondi non ci sono.

Il 12 marzo dello scorso anno la Corte d’assise d’appello di Milano ha assolto i veneziani Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi e gli altri imputati per «non aver commesso il fatto». La strage è dunque rimasta senza colpevoli ed è per questa ragione che l’archivio di Catanzaro torna ad essere più importante che mai.

Maria Itri*

Angelo Casile, uno dei cinque anarchici rimasti uccisi, che protesta contro quel mondo così difficile da combattere

Cinque anarchici del sud.
Una storia degli anni Settanta

Così Maria Itri - una giovane praticante autrice di una tesi sulla vicenda tragica di un gruppo di militanti anarchici della sua terra - descrive la situazione in cui versa l’ archivio processuale della strage di Piazza Fontana. Milioni di fogli che, finora, non hanno consentito di individuare delle responsabilita’ sul piano processuale, ma che sul piano storico rappresentano un materiale di importanza eccezionale per la comprensione di quella stagione. Non solo per gli studiosi della storia italiana nel cuore della guerra fredda, ma anche per giornalisti coraggiosi che volessero tentare di ricavare da quei faldoni nuovi elementi di inchiesta. Una intera generazione di giornalisti – parte dei quali avrebbero poi dato vita al filone del giornalismo ‘’pistarolo’’ – si formò seguendo le indagini su Piazza fontana e su tutto l’ arco di personaggi, forze e piste che si intrecciavano dietro la strage. Nacque da li’, parallelamente al giornalismo professionale, anche la stagione della controinformazione, che si legò strettamente al movimento radicale della sinistra estrema e alle esperienze politiche dei cosiddetti gruppuscoli.

La controinformazione, al di là delle forzature ideologiche e delle manie dietrologiche, divenne per il movimento un potente strumento di interpretazione della realtà e di lotta politica, ma ebbe anche una forte influenza sul mondo del giornalismo, fornendo al movimento dei giornalisti democratici una grande quantità di stimoli investigativi e anche la voglia e il coraggio persfondarei muri di gomma e la barriera di disinformazione che i vari centri di potere alzavano nel tentativo sia di coprire la verità che di bloccare un ‘’pericoloso’’ processo di crescita del giornalismo italiano.

In quei faldoni c’ è dunque anche traccia del ‘’sudore’’ e dell’ impegno di tanti giornalisti che, affrontarono la fatica e i pericoli del giornalismo d’ inchiesta riuscendo prima a far cadere le finte prove sui‘’mostri’’ creati a tavolino e poi a tenere desta l’ attenzione dell’ opinione pubblica sulla presunta ‘’strage di stato’’, dando un forte sostegno anche a quei magistrati che in tutti questi anni hanno continuato a scavare, arrivando probabilmente molto vicino alla verità storica.

Al periodo di Piazza Fontana – quando fare politica significava soprattutto fare controinformazione - e alla storia tragica di cinque militanti anarchici calabresi impegnati a scoprire cosa ci fosse dietro l’ attentato alla ‘’Freccia del sud’’ e i moti di Reggio Calabria, è dedicata questa tesi di Maria Itri, che pubblichiamo su Lsdi, intitolata ‘’Cinque anarchici del Sud/Una storia degli anni Settanta’’

Può essere utile anche di fronte alle sfide della rete e del nuovo giornalismo, il ‘’giornalismo civico’’, fatto dal basso, fuori degli schemi istituzionali. Che, alla fine, altro non è se non una nuova forma di controinformazione: forse meno ideologica, ma non per questo meno radicale e meno stimolante. Naturalmente per quei giornalisti che credono ancora nella responsabilità professionale e nel valore sociale del loro mestiere.

(Pino Rea)

* Giornalista praticante, 24 anni, di Reggio Calabria, vive a Padova dal 1999, dove si è laureata in Scienze della Comunicazione con una tesi in Teorie e Tecniche del linguaggio giornalistico (relatore Raffaele Fiengo) e dove collabora con varie testate.. Nell' autunno 2003 ha effettuato uno stage di due mesi presso la redazione politica del «Corriere della Sera».

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CINQUE ANARCHICI DEL SUD
UNA STORIA DEGLI ANNI SETTANTA

Introduzione

Parte 1

Capitolo 1 Dall’estremo Sud lungo le strade d’Europa

Capitolo 2
La scoperta dell’anarchia

Capitolo 3 L’anarchismo italiano alla ricerca di un nuovo equilibrio

Capitolo 4
L’adesione all’anarchia

Capitolo 5
Controcultura e controinformazione

Parte 2

Capitolo 6
1969:gli scontri di piazza e l’entrata in scena delle bombe

Capitolo 7
La strage di piazza Fontana

Capitolo 8
La rivolta di Reggio Calabria

Capitolo 9
Il deragliamento della “Freccia del Sud”

Capitolo 10
Nella notte di Ferentino

Capitolo 11
Luci e ombre di un incidente

Bibliografia