#digit19 PIN Polo Universitario di Prato 14 e 15 marzo

Si chiama “In attesa di diventare dei” la nuova edizione del nostro piccolo festival dedicato al giornalismo e alla comunicazione digitale (ammesso che questa sottolineatura abbia ancora senso) e che si svolgerà – per la seconda volta da quando abbiamo spostato la nostra sede operativa da Firenze a Prato – dentro al Polo Universitario della città del tessile: il PIN. L’edizione numero 8 della manifestazione fondata da Pino Rea, Paolo Ciampi, Vittorio Pasteris  e Marco Renzi nel lontano 2011, nella sua prima declinazione del 2019  partendo dalle riflessioni di Noah Yuval Harari proverà ad affrontare alcuni dei temi più “caldi” in discussione nel comparto editorial-giornalistico, almeno secondo il nostro del tutto opinabile parere.  In particolare ci occuperemo di: 5g, algoritmi, gig economy, lavoro, intelligenza artificiale, machine learning, modelli di narrazione e di business, contratti, hate speech, disobbedienza digitale, libertà di stampa, diritto all’oblio, archivi e gestione dei dati. Un condensato e nello stesso tempo uno spaccato per cercare di fare il punto aggiungendo conoscenza al e  nel mondo del giornalismo e della comunicazione. Nostri partner nell’iniziativa saranno come sempre il Comune di Prato e l’Ordine dei giornalisti della Toscana, da questo punto in poi meglio definito e definibile come Fondazione dell’ordine dei giornalisti della Toscana. Assieme a loro troveremo  i colleghi di Varese News e l’associazione della stampa online (Anso), e poi il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti – il presidente Carlo Verna interverrà  a dare il via alla manifestazione il 14 mattina alle 9,00 – la Fnsi, ai cui vertici sono stati recentemente riconfermati al termine del congresso nazionale di Levico il segretario Lorusso e il presidente Giulietti, le altre istituzioni del mondo del giornalismo Inpgi e Casagit, e tanti altri vecchi e nuovi amici di lsdi e digit. L’evento che come sempre erogherà crediti formativi per i giornalisti all’ascolto, è già prenotabile in toto o come singolo panel, workshop o speech, da qualche giorno sulla piattaforma Sigef . Per tutti gli altri che vorranno partecipare alla manifestazione come sempre l’ingresso sarà libero e gratuito senza alcune necessità di prenotazione fino all’esaurimento dei posti disponibili. Per i giornalisti oltre alla prenotazione online sulla piattaforma Sigef sarà possibile registrarsi anche il giorno dell’evento presso la segreteria della manifestazione e previo verifica dei posti disponibili. Espletate le formalità di rito veniamo a raccontare il programma in profondità e con dovizia di particolari.

 

 

Si comincia con un evento di 4 ore tutto dedicato al fenomeno 5g. A nostro avviso i tempi sono maturi per raccontare per esteso questo ennesimo grande colpo di scena nello scenario digitale. La prossima accelerazione nei tempi di trasmissione dei dati grazie al protocollo di “Quinta generazione”(5g) eliminerà i tempi morti, o meglio, per dirla con gli scienziati la “latenza”. Accoppiando la riduzione dei tempi di trasmissione con il definitivo cablaggio in fibra ottica delle città e la disseminazione capillare di sensori: fuori e dentro le nostre case; il mondo così come lo conosciamo – non proprio benissimo ancora oggi dopo la rivoluzione digitale – cambierà ancora una volta e in modo ancora più radicale continuando ad accelerare i propri processi, al punto che l’interazione uomo macchina, già ora non del tutto realizzata e compresa, sarà scavalcata dalla nuova e non rimandabile funzione macchina – macchina, nella quale il nostro ruolo come esseri umani quale sarà? Secondo i catastrofisti marginale, tendenzialmente poco utile se non definitivamente obsoleto; secondo gli integrati ancora e sempre maggiore ma diverso, in attesa di diventare noi stessi delle semi-divinità. Superuomini con impianti neurali sottocutanei – già esistono –  vestiti di apparati che ci controllano ma anche ci potenziano, ci rendono più forti, veloci, acuiscono i nostri sensi, – già esistono – a bordo di auto intelligenti e guidate dai computer – già esistono – e con il nostro sangue arricchito di nanobot che ci curano a nostra insaputa mentre facciamo il possibile per avvelenarci o peggio mangiando, bevendo e assumendo qualunque tipo di sostanza, più o meno legittima, ci capiti a portata di mano. Questo ancora non succede, almeno non così, ma i nano-robot cellulari riprodotti sul modello delle cellule staminali sono certamente una frontiera su cui la scienza medica sta lavorando da anni. Questi scenari degni della fantascienza sono dunque improvvisamente giunti alla nostra portata e la quinta generazione della trasmissione dei dati, che entrerà in vigore entro un paio di anni in tutto il mondo, sarà uno degli eventi scatenanti di questo ulteriore passaggio. Le città divenute improvvisamente intelligenti grazie ai sensori da cui saranno letteralmente invase e l’internet delle cose, ovvero il dialogo automatico e in tempo reale tramite i medesimi sensori, fra ogni macchina, apparato, o infrastruttura dotata di cip e sensore – attorno, fuori e con noi, addirittura, dentro di noi, – permetterà di realizzare cose incredibili e inusitate anche per la fantasia gli stessi scrittori di fantascienza fino a pochi anni fa. Come si rifletterà tutto questo su di noi, sulla nostra conoscenza, sulla formazione di una libera opinione? Come lavoreremo questa immensa mole di dati? Chi ci aiuterà a comprendere e decodificare tutte queste informazioni? Non sarà possibile che forse i giornalisti, certo non quelli che pensano di essere detentori della verità o peggio che le notizie debbano essere loro esclusivo patrimonio, ma quei professionisti dell’informazione che si metteranno al servizio della comprensione, che si prenderanno cura dei dati, che non contrasteranno il cammino della conoscenza pensando di poter apporre bollini o marchi ai processi di acquisizione, produzione e diffusione delle notizie, possano fare la differenza? Possano essere finalmente e con il bene placito di tutti, protagonisti di questa che qui a bottega abbiamo battezzato in epoca non sospetta “golden age dell’informazione”. Servono competenze in più certo, ma le abilità centrali della nostra professione, il saper distinguere professionalmente un evento vero da uno falso o soltanto verosimile, il riuscire a scremare la fuffa individuando magari in dieci o cento o mille diversi articoli, le informazioni utili e poi rimetterle assieme per costruire nuovi e davvero utili percorsi di conoscenza, sono e saranno sempre di più le qualità necessarie per i giornalisti del nostro tempo. Nell’aula magna del Polo universitario di Prato giovedì mattina dalle 9,30 alle 13,30 si alterneranno sul palco amministratori, professori universitari, giornalisti, data scientist, esperti della rete e del mondo digitale,  per provare a farci comprendere questa nuova rivoluzione epocale costituita dall’avvento del 5g di cui Prato, è bene ricordarlo, dal 2017 è divenuta una delle 5 città europee: Milano, l’Aquila, Matera e Bari in cui si concentrano gli studi e la sperimentazione sul campo del nuovo protocollo di trasmissione dei dati.

 

Il pomeriggio del 14 saranno due gli eventi portanti del nostro festival. Due panel di due ore, dedicati ai Google Dni e al nuovo contratto professionale per il comparto: l’Uspi Fnsi. Nella prima parte del pomeriggio fra le 14,30 e le 16,30 ci occuperemo assieme ad un rappresentante di Google Europa di approfondire la conoscenza del processo di accesso ai finanziamenti europei per la nuova editoria digitale messi in campo da Google nel triennio appena trascorso 2015-2018. Osserveremo da vicino quali erano i percorsi per accedere a questi finanziamenti, come comporre le domande e quali progetti italiani abbiano potuto accedere a questi finanziamenti. In particolare alcuni degli ideatori e realizzatori di questi progetti innovativi per il giornalismo digitale saranno lì con noi per raccontarci nel dettaglio il proprio percorso per “vincere” il finanziamento e  come poi avendo avuto accesso a questi fondi abbiano potuto mettere mano alla realizzazione del progetto. Parleremo anche del nuovo round di finanziamento che presto Google lancerà attraverso un nuovo strumento, già parzialmente in uso altri paesi extraeuropei, che si chiama:  GNI.  A confrontarsi sul palco di digit oltre ai rappresentanti di Google e gli ideatori di alcuni dei progetti finanziati con i fondi dei dni ci saranno giornalisti ed editori iperlocali e rappresentanti sindacali. E sarà proprio il sindacato dei giornalisti uno dei protagonisti principali dell’altro panel della giornata di lavoro del 14 marzo dove si parlerà del contratto Uspi – Fnisi. Un nuovo contratto creato dai responsabili della stampa periodica che sembra adattarsi molto bene alle esigenze delle testate native digitali e in cui sono contemplate –  per la prima volta nei contratti di categoria – specifica figure professionali tipicamente ascrivibili al nostro tempo, alla nostra quotidianità che si colloca proprio dopo la rivoluzione digitale. Una ventina di anni dopo per la precisione. Non proprio una novità assoluta, che ne pensate?

 

 

Tutto diverso lo svolgimento e anche format  che abbiamo scelto per la realizzazione della seconda giornata del festival. Il 15 marzo sarà dedicato a molti diversi argomenti, tutto legati e in qualche modo in sequenza, ma presentati in singole sessioni,  “speech” condotti da uno o al massimo due relatori e in spazi di 1 ora o massimo 2 ore. Si comincia alle 9,30 presso l’aula magna del PIN proprio con l’unica sessione di due ore  condotta a quattro mani da due relatori: Vera Gheno e Bruno Mastroianni. Il workshop è dedicato alla comunicazione online. La sociolinguista dell’Università di Firenze, responsabile della gestione dell’account twitter dell’Accademia della Crusca  e il giornalista radio televisivo e filosofo “disputatore felice” – come lui stesso ama definirsi –  spiegheranno come affrontare le dispute online senza fare “morti o feriti” (si scherza eh), ci diranno quale sia il giusto modo per affrontare discussioni e crisi online e riuscire a trasformare qualunque momento difficile in una valida e utile occasione per comunicare bene e efficacemente.

 

A seguire incontreremo Nicola Zamperini, giornalista e scrittore analogico/digitale, grande esperto di Ott e di algoritmi e autore del “manuale di disobbedienza digitale”. E proprio la disobbedienza “utile” ai meccanismi automatici, che attraverso l’uso delle macchine e dell’intelligenza artificiale governano questo nostro mondo, sarà il tema centrale dello speech del nostro relatore. Una lettura critica, disincantata, opportunamente informata per affrontare in modo attivo la società degli algoritmi. Come detto precedentemente tutti diversi per argomento e per conduzione gli incontri del 15 ma tutti legati, uno dopo l’altro, da un’invisibile ma molto ben presente filo logico.

 

Dopo il giornalista che ci invita a guardare in modo critico alle scelte e alle attività dei colossi della Silicon Valley arriva sul palco di #digit19 lo scienziato che ci spiega come usare i dati per non essere noi stessi ridotti a dati da usare. Nell’incontro previsto fra le 12,30 e le 13,30 e che concluderà la mattinata del 15 marzo troveremo il professor Gian Luigi Ferrari direttore del dipartimento di informatica e professore di informatica dell’Università di Pisa, già nostro relatore durante #digitRoma nel febbraio dello scorso anno, proverà a spiegarci in modo semplice e di immediata comprensione  per tutti,  come lavorano questi algoritmi e come – se correttamente informati pur non essendo noi stessi scienziati – potremmo usarli a nostro vantaggio invece di essere noi cavie da laboratorio per le compagnie che  sviluppano tali codici.

 

Giornalismo e diritti, giornalismo e archivi, libertà di informazione e lavoro: sono le parole d’ordine per gli speech del pomeriggio della seconda giornata di #digit19. Iniziamo con i colleghi dell’osservatorio nazionale sui giornalisti minacciati: Ossigeno per l’informazione. Alberto Spampinato e Giuseppe Mennella. I fondatori e dirigenti di Ossigeno raccontando l’attività decennale dell’associazione segnaleranno i gravi problemi di cui ancora soffre la nostra professione come le querele temerarie per diffamazione e  la mancanza di una legge che tuteli la categoria dei giornalisti nell’esercizio delle proprie funzioni.

 

Nel mare magnum delle nuove funzioni professionali di questo nostro lavoro post rivoluzione digitale,  arriva a supporto uno strumento di grande utilità messo a punto proprio grazie ai finanziamenti europei erogati da Google attraverso la Digital News Initiative dal giornalista e grande esperto di mondi digitali Mario Tedeschini Lalli e dal suo partner Nicolas Kayser Bril. Si chiama Offshore journalism e sarà presentato in ogni sua parte dallo stesso Mario Tedeschini Lalli durante il suo speech a #digit19. Se siete interessati alla delicata, annosa e soprattutto non risolta questione del cosiddetto “diritto all’oblio”, se vi ponete la giustissima e sottovalutata domanda (in realtà sono più di una le domande)  : “ma le notizie online dove vengono archiviate?” esiste un modo per trovare qualcosa online permanentemente, o l’estrema volatilità dei dati digitali e anche la facilità nel manipolarli, rendono le notizie online qualcosa di non archiviabile in modo corretto?”  non potete mancare all’appunto con Mario Tedeschini Lalli alle 15,30 presso l’aula magna del PIN di Prato.

 

Saranno  invece gli archivi digitali e analogici ad essere protagonisti dell’incontro successivo, il penultimo, dell’edizione 2019 di digit. Un collettivo di autori, nessun giornalista nel gruppo, ha realizzato un’inchiesta che è poi diventata un libro che si intitola “Depistaggi da P.zza Fontana alla  stazione di Bologna”. I nostri relatori e autori del libro ci spiegheranno come sia possibile trovare notizie spulciando dentro agli archivi analogici e digitali, notizie vere, corpose, inedite, talmente interessanti, importanti, talvolta sconvolgenti, da andare a comporre un libro. Niente di nuovo sotto il sole del giornalismo eppure –  a nostro giudizio –  un modello eccellente e purtroppo davvero poco praticato per fare giornalismo d’inchiesta.

 

A concludere la nostra due giorni dedicata al giornalismo e alla rivoluzione digitale arriva un tema ancora una volta davvero spinoso e centrale nella vita di ciascuno di noi ma per quelli che fanno “i riders” parecchio di più: la gig economy o meglio per dirla all’italiana l’economia dei lavoretti. Marco Dal Pozzo studioso di giornalismo e mondi digitali e “non troppo casualmente anche ingegnere” verrà a raccontarci le ultime tendenze, le dispute, le sacrosante rivendicazioni sindacali, di questo mondo in costante e continua evoluzione. Il nostro associato che ha spesso affrontato, studiato e commentato l’argomento anche sulle nostre pagine ha recentemente tradotto e commentato un lungo e approfondito studio sul tema realizzato da alcune ricercatrici dell’Università di Francoforte e proprio elaborando alcuni dei risultati prodotti dallo studio arringherà gli astanti proponendo anche alcune sue riflessioni sulla scorta del suo altro studio su un modello di business sociale per la produzione delle notizie post rivoluzione digitale che si chiama: 1 news 2 cents un modello sociale per il giornalismo.

 

 

Mi informano proprio ora che oltre alle legittime e molto  seriose nostre sessioni di formazione e aggiornamento e informazione per giornalisti, potrebbero verificarsi durante la manifestazione alcune incursioni un pochino meno formali e puntuali ma ugualmente abbastanza puntute, ma che dico: lancinanti;  redatte e condotte da un post giornalista, meno giornalista e sicuramente molto più post, che risponde al nome di Davide Rossi.  Stay tuned  e buon divertimento ;)