Liberate Gabriele Del Grande #iostocongabriele

Chi ci segue sa che non siamo un sito di breaking news e che anzi preferiamo prenderci tutto il tempo possibile per riuscire a riflettere a fondo anche su notizie impellenti e importanti che non lasciano ne lascerebbero neanche un secondo alla riflessione a chi fa il mestiere di informare, ma noi proviamo a capire a interpretare a riflettere sui modi e sui tempi della nostra professione di giornalisti e non corriamo dietro alle notizie, non ne avremmo i mezzi oltretutto, ma proviamo a capirle per come vengono raccontate. Nel caso di Gabriele Del Grande ci sentiamo costretti a rinnegare noi stessi e a vincere la nostra proverbiale ritrosia a rincorrere la cronaca e a cercare di raccontare a tutti chi è questo giovane giornalista toscano che è stato sequestato in Turchia e di cui vorremmo avere notizie certe al più presto: magari direttamente dalla sua voce.
Gabriele, che forse non è nemmeno in possesso del tesserino professionale da giornalista, è uno dei migliori professionisti dell’informazione che abbiamo in Italia. Una persona che possiede una dote rarissima quella di riuscire a restare umano mentre svolge il proprio mestiere, di più, non solo non perde di vista la propria umanità, ma riesce a raccontare le storie che approfondisce aggiungendo umanità a umanità per non farci perdere di vista l’essenza dietro al fatto. Il nostro essere come tutti quelli che Gabriele, e tutti i giornalisti raccontano: persone dentro ai fatti.
In particolare Gabriele è riuscito negli anni a raccontare il “cosiddetto” fenomeno dei “cosiddetti” migranti con un’attenzione e un rispetto ai fatti dei singoli, delle persone,  che ci ha permesso di rimanere umani dentro una storia che spessissimo è fatta solo di numeri e di cadaveri.
Proprio dai numeri raccolti da Gabriele negli anni con pazienza e grande professionalità che due altri professionisti del racconto, quello fatto con le immagini e i dati, hanno realizzato un opera denominata << migrant files >> in cui la tragedia di queste persone in cerca di una approdo sicuro dopo che la loro casa gli è stata tolta con la violenza delle armi, viene rappresentata con l’analisi dei numeri nella sua devastante realtà. Ma Gabriele non si è limitato a studiare il fenomeno delle migrazioni di massa, è anche andato nei posti da cui hanno origine le migrazioni, per capire, per conoscere le persone impegnate in questi drammatici viaggi, per raccontare l’umanità di ciascuno di essi. E lo ha fatto in maniera encomiabile, lo ha fatto senza alcun sostegno se non quello dello stesso pubblico a cui si relaziona con il proprio blog, con i propri racconti, con i propri film. Proprio i suoi lettori attraverso un crowdfunding, una raccolta di fondi online, hanno permesso a Gabriele di completare quel piccolo grande film presentato alla mostra internazionale del cinema di Venezia e uscito poi anche nei cinema e passato anche in televisione: “Io sto con la sposa”. In esso Gabriele e i colleghi con cui ha lavorato al progetto, raccontano in modo eccellente le persone dentro alle migrazioni. Quegli esseri umani che siamo tutti noi ma che la cronaca spessissimo ci riporta come meri numeri in un puzzle di morte e devastazione; privando tutti, noi e loro, dell’umanità di cui dovremo essere fieri fautori.
Stiamo tutti con Gabriele ora più che mai e chiediamo al nostro Governo di stare accanto al nostro connazionale e a tutti i giornalisti italiani e non che non hanno fatto rientro nel proprio Paese e nelle proprie redazioni per colpa di quei fatti che sono andati sul campo a raccontare per nostro conto. Così come hanno già fatto e pubblicato su Articolo 21 i vertici della Federazione Nazionale della Stampa Italiana:  il segretario generale Raffaele Lorusso e il presidente Giuseppe Giulietti.

” Quello che di grave poteva accadere in Turchia era già accaduto prima delle elezioni, con l’arresto di migliaia di oppositori e la chiusura quasi totale di tutti i media non allineati. Nelle carceri restano oltre 100 cronisti in attesa di processi affidati ad una magistratura che ha già subito un pesante processo di epurazione. Da giorni, infine, Gabriele Del Grande si trova in stato di fermo, sempre in attesa di essere rilasciato. Le Autorità turche hanno garantito a quelle italiane che la sua liberazione potrebbe essere imminente, ma sarà bene non abbassare la guardia e continuare ad “illuminare” la sua vicenda sino a quando non sarà davvero rientrato in Italia “.

 

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