‘Spazi fluidi’, ricerca sull’informazione digitale in Toscana

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Un piccolo/grande evento va in scena a Firenze martedì prossimo. E’ un evento di nicchia, almeno così in molti lo definirebbero.
 
Un evento dedicato ad un mondo in divenire: la rete.  Un mondo che ha a che fare con l’informazione ma anche con la comunicazione.
 
Un mondo fatto di professionisti ma dove abbondano i contributi dal basso, dei cittadini comuni, quelli oramai da tutti universalmente definiti: citizen journalist.

 

 

di Marco Renzi

 
Diversamente dal sentire diffuso, e non perchè abbia la frenesia di vedere riempita la sala del Gonfalone del Consiglio Regionale della Toscana dove martedì alle 9,30 andrà in scena il convegno “Spazi Fluidi – L’informazione toscana in rete”; io penso che questo momento di incontro non si rivolga solo agli addetti ai lavori ma a tutti, almeno a tutti quelli che pensano che l’informazione libera sia ancora un diritto inalienalibile in questo Paese.
 

A Firenze si incontreranno per la prima volta in forma ufficiale e sotto l’ ombrello del Comitato Regionale di Controllo delle Comunicazioni della Toscana che organizza l’evento: i rappresentanti delle principali testate regionali di informazione della Toscana, utenti e operatori anch’essi della rete, esperti del settore, rappresentanti delle istituzioni nazionali e regionali e le principali testate native digitali online della regione.
Un evento raro e importante, perchè ancora capita assai di rado che le due realtà: l’online e l’analogico si confrontino, ma capita ancora meno che il mainstream si confronti con gli indipendenti dell’informazione siano essi rappresentanti della carta stampata, della radio-televisione o digitali.
 

In quest’Italia piena di inutili classifiche e graduatorie, dove anche l’informazione (sob!) ha una serie maggiore e molte categorie minori; un ente pubblico preposto al controllo dell’operato dei mezzi di comunicazione fa il “grande passo” e include ufficialmente e per la prima volta nella sua sfera di competenza anche l’online.

 

Lo fa commissionando una ricerca specifica per provare a comprendere e delimitare il fenomeno della comunicazione online, partendo dal comparto dell’informazione nativa, e affida tale lavoro ad un gruppo di ricercatori dell’Università di Firenze coadiuvati da due giornalisti in rappresentanza delle istituzioni dell’informazione.

 

Nessuna graduatoria, nessuna classifica, nessuna schedatura.
Un primo passo, cui ne dovrebbero seguire molto presto altri, per provare a comprendere il cambiamento, provare a studiare il fenomeno attraverso l’osservazione del lavoro svolto sul campo da realtà specifiche che da oggi avranno anche un nome, e magari anche un volto di riferimento e non solo una pagina web.
 

Un modo per provare a ragionare sul cambiamento culturale in corso, quello epocale fra analogico e digitale, in cui il mondo dell’informazione gioca un ruolo importantissimo e dove l’editoria giornalistica mainstream, soprattutto quella nostrana, al momento, non brilla particolarmente, non solo e non tanto nei meccanismi di adeguamento al cambiamento quanto, purtroppo, nella comprensione dello stesso.

 

E’ infatti proprio dal mondo dell’informazione online di ambito iperlocale che arrivano anche in Italia i più interessanti spunti di dibattito e di confronto, e, non solo, ma anche i più validi modelli economici. Pensiamo al “solito” fenomeno di Varese News, ma anche a tanti altri siti/portali di informazione iperlocale, italiani e non, che hanno trovato proprio nella loro dimensione glocal ( globale e locale nello stesso tempo) un oasi di sostenibilità composta non solo di pubblicità ma anche di altro, vedi alla voce: gestione della community, crowdfunding, liveblogging, second screen experience.

nb.
 
Per seguire la presentazione della ricerca e prendere parte online al dibattito il 17 giugno l’hashtag è:    #toscanonline 
 
Streaming dell’evento sul portale del Consiglio Regionale della Toscana.