Iacopino (Ordine) replica a Ciampi (Ast), ‘’perché il sindacato toscano non collabora sulla Carta di Firenze’’?

IacopinoIl presidente del Consiglio nazionale dell’ Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, risponde alla lettera aperta che gli ha indirizzato Paolo Ciampi, presidente dell’Associazione stampa toscana, e che Lsdi ha pubblicato qualche giorno fa, difende il suo operato e si dice disposto a partecipare a un confronto pubblico, a Firenze.  

 

Ecco qui di seguito la replica di Iacopino.   

 

Caro Paolo,

 

confesso che sono un po’ all’ antica e le lettere, per quanto “aperte”, le recapito ai destinatari prima di pubblicarle.

 

Ti ringrazio per la stima e per il riconoscimento del mio impegno al vertice dell’ Ordine. Permettimi timidamente di farti notare che il documento che hai sottoscritto non sembra sostenere proprio questo.

 

Ma checché ne dicano i “comici” di ultimi fila, so che tu sai consultare il calendario e sei, quindi, in grado di confermare che una risposta è successiva a una domanda o, come nel caso del documento delle 12 sorelle, a una provocazione qual è quella apparsa sul sito della Fnsi a insaputa del suo segretario (così dice lui).

 

Una provocazione che contiene affermazioni che vengono smentite nel merito dalla ricostruzione che il sito dell’ Ordine ha pubblicato. I “comici” reagiscono con commenti, ma non smentiscono neanche una delle affermazioni contenute. Per due motivi: perché sono vere e perché è facile documentare che mentono sapendo di mentire (le registrazioni audio delle sedute del Cnog ne sono prova inconfutabile).

 

Permettimi di non condividere l’  idea che un uomo solo, comunque si chiami, sia il depositario di ogni sapere. E, in ogni caso, ove lo fosse, se quest’ uomo insulta sistematicamente una larga parte degli iscritti (insulti contenuti anche nella nota delle 12 sorelle) è difficile ipotizzare collaborazione da parte di chi si sente insolentire in ogni modo.

 

Ti riconosco onestà intellettuale. Tanto che ammetti che “non conosci i criteri che hanno presieduto a questa esclusione”. Ma allora perché sottoscrivere un documento, prima di informarsi? Di più, senza polemica, quando hai scritto la tua lettera “aperta” le ragioni ti erano note perché in essa commenti il contenuto della mia risposta alle 12 sorelle. E allora?

 

E, ancora, perché condividere quelle insolenze relative alla revisione del codice sulla privacy, quando tutto è stato chiaro, condiviso dall’ esecutivo nel quale la minoranza è rappresentata, presentata da me al Cnog con un parere contrario, ricordando che questa conclusione era stata anticipata al garante stesso? Un uomo di pace, come tenti di essere, avrebbe gradito una risposta insolente da parte mia, espropriando per di più il Cnog dei suoi poteri, al garante? Credo di no e la lettera che gli ho formalmente inviato, il lunedì successivo la conclusione del Cnog, verrà resa pubblica quando domani (ti mando questa lettera oggi, domenica 13 aprile, perché mi hai detto che solo stasera potrai leggerla) lui sarà rientrato dall’ estero e avrà deciso se replicare. Agisco così. Io.

 

Ti duoli  per l’ accusa da me rivolta ai firmatari, ma vorresti non reagissi alle insolenze di quel vostro documento. Sono cattolico, è vero. Senza aspirazioni al martirio, però.

 

Non ho difficoltà a darti atto che sei stato prezioso nell’aiuto fornito all’ Odg e a Fabrizio Morviducci per organizzare quanto si è concluso, nella tua città, con quella che è diventata la Carta di Firenze. So che ti è costato, perché il sindacato tentava di boicottare quell’ appuntamento, organizzandone un altro fallimentare a poca distanza. Ma tu non ti sei fatto scrupolo di ospitarci nella sede dell’ Associazione, fino a notte fonda. Non lo dimentico.

 

Posso chiederti, però, quanti documenti la tua Associazione ha fornito al Consiglio territoriale di disciplina perché avvii procedimenti? Documenti, ripeto, come i contratti che l’ Ordine nazionale sta inoltrando dopo averli acquisiti. Meritorie le azioni che hai fatto con segnalazioni all’ Inpgi, ai vari uffici del lavoro, e all’Ordine regionale (per esercizio abusivo, scrivi, non per manifesto sfruttamento).

 

No, non è stato facilissimo, per me almeno, da Roma, procurarmi le copie dei contratti. Anche quelli di gruppi della tua regione. Se tu ritieni lo sia, immagino che saremo sommersi dalla documentazione che riguarda la Toscana. Ti chiedo con cortesia di farcela avere e, insieme, vedrai, lavoreremo per tutelare i colleghi.

 

Insieme, caro Paolo, ripeto.

 

Pronto a parlare con te, anche in un confronto pubblico. Sì, mi piacerebbe Firenze. O altrove. C’è, ad esempio, in corso in Toscana una sanguinosa (per i colleghi) trattativa che riguarda Il Tirreno. Potremmo cominciare da lì, tra rottamazioni (24, mi pare), assunzioni (8, mi pare), senza dimenticare, però, il nutrito esercito di collaboratori che tra accorpamenti di redazioni e foliazione ridotta vedranno ulteriormente evaporare i loro già magri compensi.

 

Ma, ti prego, nel frattempo, non  firmare documenti che implicitamente dicono il contrario di quel che affermi e so, per i rapporti che abbiamo, senti.

 

Lo so, può essere scomodo dire di no alle mosche cocchiere. So anche che la Fnsi si accinge ad una campagna congressuale che passerà per un doloroso contratto di lavoro. Ma un pizzico di rispetto non guasterebbe. Sai, indignarsi per una risposta, suonando la grancassa, non incanta più perché i colleghi conoscono il calendario e il 9 aprile, giorno della pubblicazione sul sito Fnsi di quella nota delle 12 sorelle, viene prima del 10, quando sul sito dell’Odg ho doverosamente replicato.

 

Nella mia terra, lontana dalla tua, si dice con un linguaggio che non so rendere, che il rispetto deve essere commisurato a quello che ci viene riservato. Rileggi quel documento delle 12 sorelle e scrivimi, in pubblico o privato se ritieni, che non è insultante per tanti. Non solo per me.

 

Grazie.

 

Enzo Iacopino