Centri per migranti: una data-inchiesta ne mette a nudo le drammatiche criticità

Migranti-cop«Illeciti e irregolarità nell’ erogazione del “pocket money”, la paga giornaliera ai richiedenti asilo, nell’ impiego di mediatori culturali, interpreti e psicologi. E poi mancato rispetto delle procedure legali da parte di molte questure, come nel caso di quelle di Roma, Caltanissetta e Crotone che non rilasciano il permesso di soggiorno per richiesta d’ asilo allo scadere dei 35 giorni di permanenza nel centro. E ancora, un quadro impietoso e desolante degli alloggi in cui i migranti, in particolare i richiedenti asilo, sono costretti a vivere, da Gorizia a Trapani.»

 

È quanto emerge da un rapporto riservato rimasto nei cassetti del ministero dell’Interno, mai reso pubblico, di cui Repubblica.it è entrata in possesso.

Su quella base la testata ha realizzato un’ inchiesta interattiva, affrontando il fenomeno degli sbarchi irregolari in Italia ma concentrandosi soprattutto sui centri per migranti che versano in condizioni drammatiche tra illiceità e disumanità.

 

I dati per fare chiarezza

 

Sono settimane che si sente parlare di emergenza migratoria. Tuttavia, dati alla mano, le mappe e i grafici di Repubblica fotografano un fenomeno strutturale, e non già emergenziale, noto alle autorità competenti ormai da anni.

 

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In particolare, viene fotografato l’ ultimo tratto del lungo viaggio che porta migliaia di migranti in Italia, individuando nella Libia il principale Paese di partenza dei cosiddetti barconi, e nella Sicilia la prima e quasi esclusiva regione d’approdo. Le mappe consentono di accedere alle principali informazioni relative a ciascun Paese di partenza e ciascuna regione d’arrivo attraverso apposite finestre informative.

 

Il cuore dell’ inchiesta riguarda cosa avviene dopo gli sbarchi, ovvero il malfunzionamento cronico del sistema di accoglienza ed espulsione dei migranti che sbarcano in Italia, incarnato nella mala gestione dei centri governativi.

 

Un percorso interattivo tra i singoli centri attualmente in funzione ne mette a nudo criticità strutturali, gestionali e amministrative: il quadro che ne emerge è “impietoso e desolante”, specie se si considera che – nonostante le informazioni in possesso delle autorità responsabili – nulla è stato fatto per provare a sanare una situazione inaccettabile che lede i diritti umani e costituzionali degli “ospiti”, così come vengono amaramente definiti i migranti contenuti nelle strutture dello Stato.