Australia: emittente tv condannata per razzismo

SurvivalIn Australia un televisione è stata condannata per razzismo: è successo a Channel 7, colpevole di “provocare intensa avversione, serio disprezzo e grave dileggio contro una persona o un gruppo” e di aver trasmesso materiale poco accurato.

 

La notizia arriva dall’ associazione Survival International, movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, che sul suo sito ripercorre la vicenda.

 

La storia comincia nel settembre 2012 quando l’ ACMA – Australian Communications and Media Authority –  aveva condannato ad una rettifica l’ emittente per un reportage (autori Paul Raffaele e Tim Noonan) nel quale i Suruwaha del Brasile venivano descritti come “assassini di bambini”, “reliquie dell’Età della Pietra” e “i peggiori violatori dei diritti umani nel mondo”.

 

Membri dei Suruwaha, parlando con attivisti di Survival International, avevano sottolineato come fosse tutto falso: «Mentono sul nostro conto, noi non assassiniamo i bambini». Nonostante la richiesta di rettifica da parte dell’ACMA, Channel 7 si era rifiutata di adempiere al proprio dovere. Survival International aveva quindi inoltrato un reclamo all’ACMA, mentre l’ emittente australiana aveva chiesto al tribunale “di riconoscere che diverse affermazioni contenute nel reportage non pretendevano di essere basate su dati di fatto”.

 

Il tribunale ha però respinto il tentativo di difesa di Channel 7 e la condanna è stata confermata. «I popoli indigeni sono stati accusati di “barbarie” fin dall’arrivo dei primi colonizzatori, che in questo modo pretendevano di giustificare le crudeltà dell’ imperialismo – ha commentato Stephen Corry, Direttore generale di Survival International –. Purtroppo il mito del “cattivo selvaggio” sta tornando, ed è pericoloso ora esattamente come lo era in passato. Oggi non esistono scuse che possano giustificare la presenza nei media di questi pregiudizi estremi».