Uno sforzo di deontologia per la Bloomberg

Bloomberg

Criticata la primavera scorsa per aver fornito ai suoi giornalisti un accesso ad alcuni dati sensibili dei propri clienti, la Bloomberg – la principali agenzia di informazione economica nel mondo – contrattacca, nominando un responsabile per la deontologia che si occuperà in particolare delle relazioni dell’ agenzia con i suoi clienti. Mentre un redattore esperto gestirà il trattamento delle eventuali proteste sul trattamento dell’ informazione.

Lo segnala Lesechos.fr, spiegando che la Bloomberg ha appena reso noto due rapporti commissionati ad alcuni esperti esterni in seguito alle denunce di  Goldman Sachs e JPMorgan Chase.

 

Il primo, redatto dagli studi legali Hogan Lovells e Promontory, specializzati in deontologia, si basa sull’ esame di migliaia di notizie e centinaia di interviste pubblicate dall’ agenzia. Il rapporto sostiene che i giornalisti avevano accesso a diversi tipi di informazioni sul modo con cui i clienti utilizzavano i loro terminali: quando si erano connessi, ad esempio, oppure quando avevano consultato dei determinati strumenti delle enormi banche dati di Blooomberg.  Ma – osserva Lesechos –  « a parte un caso, non ci sono elementi tali da poter affermare che l’ accesso a quelle informazioni sensibili costituiva la fonte unica delle notizie pubblicate».

 

Il rapporto afferma comunque che una disfunzione c’ è stata e si è verificata nel 2011. Daniel Doctoroff, il titolare dell’ Agenzia, ha quindi chiesto che l’ accesso dei suoi giornalisti a quei dati sia eliminato. Un presentatore di Bloomberg tv aveva raccontato all’ azienda di aver usato quell’ accesso per aiutare un trader in difficoltà. Ma, secondo il rapporto, la richiesta del direttore non aveva avuto alcun effetto « a causa di malintesi sull’ identità delle persone che avrebbero dovuto preoccuparsene ».

 

Il secondo rapporto, redatto da Clark Hoyt, un ex rappresentante dei lettori del New York Times, raccomanda una stretta separazione fra giornalisti e addetti alla sezione commerciale che si occupano di vendita dei terminali.

Questione di credibilità

 

L’ agenzia ha comunque deciso di nominare un responsabile per la deontologia, che si occupi delle relazioni con i clienti. Un redattore esperto gestirà inoltre eventuali denunce sul trattamento delle informazioni.

 

Sia Goldman Sachs che JPMorgan – rileva Lesechos – hanno accolto con soddisfazione gli sforzi dell’ agenzia. Si tratta diuna scelta cruciale per un’ azienda che vive della sua immagine e della sua credibilità. Bloomberg ha 315.000 clienti, a cui fattura più di 20.000 dollari per ogni terminale.