Un centro di formazione autonomo per i freelance francesi

Illya I freelance, per scelta o per necessità, sono sempre più numerosi anche in Francia. Per molti di loro, stare al passo con un mestiere che evolve a gran velocità è tanto importante quanto difficile, per ragioni economiche ma non solo. Per questo una delle più grandi reti di freelance francesi ha creato una cooperativa dedicata alla formazione.

 

 

di Andrea Paracchini

 

Si chiama Illya (@illya_coop) la prima società di formazione interamente creata da e per i giornalisti freelance francesi. E’ nata a Lione, in un momento in cui la stampa scritta è coinvolta in una profonda mutazione e i giornalisti indipendenti sono sempre più numerosi e disorientati davanti al mercato. Per resistere di fronte a tariffe in picchiata e giornali sempre più esigenti sul tipo di prodotti editoriali richiesti, era  indispensabile trovare – in particolare per quanti di loro si sono formati al mestiere molti anni fa – un modo per aggiornarsi e arricchire le loro competenze. E a giungo scorso è partita l’ inziativa.

 

Bruno Crozat, 53enne fondatore di Illya, spiega:

 

“I freelance devono fare di tutto per formarsi, da soli, coi colleghi o attraverso un organismo. Altrimenti si rischia di non decollare mai e di perdere il gusto per il mestiere”

 

 

Certo, in Francia esistono numerosi centri di formazione che offrono ogni genere di corso: dalla correzione di bozze all’ impaginazione, dal datajournalism alla scrittura efficace per il web. Ma non sempre sono la risposta adeguata alle esigenze dei freelance.

 

“Ho seguito una quindicina di corsi di formazioni. Erano rivolte a giornalisti contrattualizzati, integrati in redazioni in cui avrebbero utilizzato le loro nuove competenze. Per il freelance invece l’ apprendimento è solo la prima fase di un processo di cambiamento. Poi deve trovare delle nuove collaborazioni che vorranno valorizzare le sue nuove competenze”

 

E’ per questo che ogni modulo proposto da Illya comprende una parte destinata ad insegnare ai partecipanti come “vendere” quanto si è appreso. E che, finita la formazione, sono previsti dei check-up a distanza di una settimana, un mese e tre mesi per fare il punto sull’ evoluzione professionale dei partecipanti.

 

Senza contare che tutti i formatori – a partire da Bruno Crozat, vent’anni di mestiere di cui tredici da freelance per radio, stampa locale e professionale – conoscono i segreti della “pige” (così in Francia sono chiamate le collaborazioni). Puntando al massimo sulle relazioni che si creano fra i partecipanti.

 

La nascita di questa cooperativa è in effetti il completamento di un percorso cominciato nel 2006 con la nascita di Lyon Pige, la più vasta rete informale di giornalisti freelance del paese con una settantina di aderenti.

 

“Non è una caso che sia nata a Lione. A Parigi ci sono molti collettivi di una quindicina di freelance, ma sono chiusi su se stessi. Qui a Lione abbiamo un altro spirito, i freelance non devono temere la concorrenza dei colleghi.”

 

Nel 2011, l’ esperienza era proseguita con l’apertura di uno spazio  coworking, l’Atelier des médias, di cui oggi fanno parte 65 fra giornalisti, grafici, illustratori, fotografi, di cui una quindicina in pianta stabile. E’ assecondando questa volontà di favorire scambi ed incontri che Illya ha preso la forma di società cooperativa d’ interesse collettivo (Société Coopérative d’Intérêt Collectif, SCIC) che associa diciotto giornalisti, l’Atelier des médias e Profession Pigiste, una rete nazionale di freelance. Tutti a termine potranno diventare formatori. Non solo, lo statuto permette la partecipazione al capitale di enti pubblici e privati associati al progetto.

 

“Ci siamo avvicinati alla regione e al centro di formazione della  Wan-Ifra ma non hanno voluto aderire.  Dobbiamo ancora mostrare quello che valiamo, ci vorrà del tempo, ma l’ obiettivo è di aprirsi al maggior numero di attori per creare una struttura reticolare”.

 

Per il momento, la cooperativa si concentra sui contatti fra i partecipanti svolgendo la sua attività di formazione là dove si trovano i giornalisti interessati, senza un vero calendario ma in funzione della domanda.

 

Oltre a facilitare i contatti, la struttura permette di limitare le spese di trasferta. Poiché sebbene Illya abbia stretto rapporti con la cassa che gestisce i fondi di finanziamento alla formazione per facilitare le procedure di istruzione dei dossier da parte dei partecipanti, la procedura resta complessa e non sempre i giornalisti precari possono accedervi. Illya ha del resto rivisto tutti i suoi costi per garantire la massima accessibilità.

 

“Una formazione per 15 persone costa alla cooperativa 2000 €. A chi si finanzia di tasca propria, il modulo di una giornata viene così proposto a 60 euro, IVA esclusa”[1]

 

Il 57% dei ricavi annuali saranno accantonati per dare solidità e rendere perenne la struttura. Resta il fatto che per ora i corsi di formazioni sono stati pochi: sui 10.000 euro faticosamente fatturati nei primi dieci mesi di attività, solo un quarto vengono dalla formazione. La struttura cerca infatti di valorizzare il savoir-faire giornalistico dei suoi formatori presso altri clienti attraverso lavoro di formazione a imprese e amministrazioni pubbliche, produzione di contenuti multimediali e consulenze editoriali…

 


[1] La cassa collettiva per il finanziamento della formazione continua dei giornalisti versa un importo forfettario di 40€ all’ora per ogni formazione riconosciuta. Contare fra i partecipanti a ogni formazione di almeno un paio di persone finanziate consente a Illya di garantire i suoi margini mantenendo le sue formazioni accessibili ai partecipanti.