Google glass, uno strumento in più per ‘vivere’ gli avvenimenti dall’ interno

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“Quando sei di fronte a un muro di poliziotti che sparano proiettili di plastica e stai fuggendo dal fumo dei gas lacrimogeni, con le mani libere per coprirti il viso, e dici a voce alta:’Grandi questi occhiali, un video l’ ho fatto’, ti rendi conto di quanto i Google Glass possano facilitarti il lavoro “.

 

Tim Pool racconta così, in una intervista al Guardian, la sua esperienza con gli ‘’occhiali’’ di Google durante una recente trasferta a Istanbul, dove era andato per seguire le manifestazioni di protesta del movimento democratico turco per conto del magazine Vice, che ha pubblicato sul suo sito, in ‘streaming e in tempo reale, tutti i suoi video (vedi qui).

 

Pool – spiega 233grados.lainformacion.com – ha lavorato per diversi anni facendo quello che definisce ‘giornalismo in prima persona’, coprendo e registrando con la camera del suo smartphone manifestazioni e proteste in diverse parti del mondo. Da alcuni mesi ha ottenuto di entrare come tester nel programma dei Google Glass e  la sua visione del lavoro che faceva è cambiata notevolmente.

“Non appena ho visto i Google Glass ha capito che usarli mi avrebbe permesso di continuare a fare quello che faccio di solito con gli strumenti video tradizionali ma soltanto a mani libere“, racconta Pool, sottolineando il grande vantaggio di poter ‘girare’ stando all’ interno di un avvenimento, anche quando le cose si mettono male, nel momento cioè in cui di solito cominciano a essere lanciati i lacrimogeni.

Ma c’è di più. Gli occhiali consentono l’ installazione di alcune applicazioni che possono essere utili per il lavoro dei giornalisti. Ad esempio, è possibile inserire programmi di traduzione, da qualsiasi lingua, uno strumento che in qualche occasione può essere di grande importanza.

 

Pool racconta che la prima cosa che ha fatto al suo arrivo a Istanbul è stata acquistare una maschera anti-gas e che, anche se riusciva a farsi capire dal commesso del negozio a gesti, le difficoltà insorsero quando voleva chiedergli una ricevuta.

 

“E ‘stato bello essere in grado di dire:’Vai occhiali, traduci ‘ricevuta’ in turco’’, continua.

 

A soli 27 anni, il modo con cui Pool ha registrato le proteste lo ha reso un giornalista famoso, premiato negli Stati Uniti e ricercato da vari media fino a quando non è stato assunto da Vice. Le sue lunghe trasmissioni in diretta dal movimento ‘Occupy Wall Street’ nel 2011 avevano portato sulla sua pagina 750.000 utenti unici in un solo giorno. Tutto questo lo ha fatto da solo,  con l’aiuto di un telefono cellulare con fotocamera integrata, un dispositivo che ora è stato sostituito dai Google Glass.

 

 

“Alcune persone mi dicono che quello che faccio è qualcosa che somiglia a un video-gioco giornalistico: una finestra aperta su quello che sta accadendo“, commenta.