Anche gli editori portoghesi chiedono soldi a Google

Portogallo Anche gli editori portoghesi, alle prese con la peggiore recessione dagli anni Settanta,  hanno avviato delle forti pressioni su Google chiedendole di pagare per i contenuti giornalistici ripresi dal motore di ricerca , sulla scia delle analoghe rivendicazioni avanzate in altri paesi europei.

 

Alberico Fernandes, presidente  della Confederazione portoghese dei  mezzi di comunicazione sociale, ha spiegato a Reuters che la sezione iberico-portoghese del Global Internet Services Group, in una prima riunione, tenutasi la settimana scorsa,  ha respinto la richiesta, accettando però di continuare i negoziati.

 

Fernandes ha rilevato che Google “ha mostrato disponibilità a collaborare con i gruppi editoriali del paese per aiutarci a modernizzare e a rendere i nostri contenuti più redditizi”, proprio come aveva accettato di fare  in Francia  qualche settimana fa.

 

Gli editori portoghesi  – osserva Reuters – sono stati duramente colpiti dal calo della pubblicità e delle vendite e molte testate hanno chiuso i battenti.

 

“La nostra posizione è che i contenuti vanno pagati… Le notizie utilizzate per Google News vanno compensate”, ha detto, aggiungendo che le due parti hanno programmato di tenere altre riunioni periodiche.

 

Nessun intervento da parte dei rappresentanti di Google, un cui portavoce ha precisato che l’ azienda “non commenta incontri privati ​​tenuti dalle due parti”.

 

Il mese scorso, il governo francese e Google avevano firmato un accordo per cui l’ azienda di Mountain View si è impegnata a versare 60 milioni di euro in un fondo speciale per aiutare i media francesi a sviluppare la propria presenza su Internet, ma non a pagare per i link ai loro contenuti.

 

Google aveva risolto un caso simile con gli editori belgi nel mese di dicembre, impegnandosi ad aiutarli ad accrescere le entrate nel versante online, ma deve ancora affrontare un contenzioso analogo con gli editori tedeschi.

 

Il mese scorso, Francisco Pinto Balsemao, capo del gruppo portoghese Impresa e presidente dell’ European Publishers Council, ha detto a Reuters che ‘’i motori di ricerca rastrellano il 90% di tutta la pubblicità a pagamento su Internet’’.

 

Aggiungendo che i contenuti prodotti dai media rappresentano una parte rilevante della fonte di quelle entrate, esortando a “porre fine a questa rapina”.