Giornalismo di precisione, la ‘’battaglia’’ dei Data Cong

Scovare-scavare-visualizzare-raccontare le storie nascoste dentro i dati”. Ci provano i Data Cong, un gruppo di data journalist che ha presentato ufficialmente il suo ‘’manifesto’’ in occasione della Smart City Exhibition a Bologna, insieme a un primo lavoro basato sui dataset resi disponibili dal comune del capoluogo emiliano. E che stanno progettando una serie di inchieste su welfare, sostenibilità e ambiente.

 

 

Obbiettivo generale del gruppo, spiegano i fondatori, è ‘’tenere alta l’ attenzione sugli Open Data, mettere alla prova le esperienze esistenti attraverso il riuso dei dati disponibili, essere protagonisti di un processo virtuoso di trasparenza e partecipazione che, inevitabilmente, investe anche il modo di fare informazione’’.

 

Il gruppo è nato dall’ esperienza del primo corso italiano di alta specializzazione in Open Data Journalism, organizzato da Agorà Digitale, Associazione Giornalismo Investigativo e Radio Radicale, che ha visto tra i suoi docenti, tra gli altri, il fondatore e direttore del Guardian DataBlog,  Simon Rogers.

 

I Data Cong sono sei professionisti che operano a vario titolo nel mondo della comunicazione, del giornalismo, della ricerca economica e sociale, e che hanno deciso di unire le loro competenze e passioni per provare a rendere più vivace il panorama italiano del giornalismo di precisione in una prospettiva di condivisione delle informazioni piuttosto che di conservazione. Da qui – spiegano – il significato simpaticamente “battagliero” e allo stesso tempo “comunitario” del nome “Cong”.

 

Mercoledì il gruppo ha illustrato il Bologna Smart Data Project, un piccolo progetto di riuso dei dataset di tipo economico e demografico messi a disposizione sul portale open bolognese, concepito proprio per far saggiare le potenzialità dell’ informazione attraverso i dati.

 

L’ esperimento puntava a rappresentare in maniera sintetica gli ultimi venticinque anni di storia bolognese, un quarto di secolo che ha visto la città trasformarsi dal punto di vista economico e sociale, la sua popolazione invecchiare e accogliere cittadini stranieri. Con l’ uso di mappe interattive e scatterplot animati, i dati “parlano da soli”, raccontando di quartieri che si spopolano e ripopolano, di abitanti che invecchiano, di una città viva che attraverso il mutamento rinasce uguale e diversa.

 

L’esperienza di Bologna Smart Data Project (http://www.datacong.it/p/blog-page_21.html) è solo il primo di una serie di passi che il gruppo sta programmando, in particolare per quanto riguarda la realizzazione di nuovi “cruscotti” di Data Visualization in grado di semplificare e divulgare le informazioni racchiuse negli Open Data delle pubbliche amministrazioni.  Non solo: il gruppo DataCong, infatti, sta predisponendo alcune inchieste giornalistiche e approfondimenti su tematiche riguardanti il welfare, la sostenibilità, l’ambiente.

 

“Scovare-scavare-visualizzare-raccontare le storie nascoste dentro i dati”, infatti, è il motto e la missione del gruppo, che si esplicita negli (ambiziosi) obiettivi dichiarati dei suoi Data Journalists: valorizzare i dati resi disponibili in formato aperto da enti/imprese/associazioni, liberare i dati imprigionati nella giungla della burocrazia, raccontare storie attraverso la lente degli strumenti e metodi del giornalismo di precisione.

 

Sul sito del gruppo –  www.datacong.it  – il video di presentazione di Bologna Smart Data Project