I social media stanno uccidendo il giornalismo online?

Experian

Una ricerca di ‘Experian Hitwise’  mostra che solo un ventesimo del tempo passato in internet dagli internauti britannici viene dedicata all’ informazione giornalistica – Cioè tre volte meno di quello dedicato all’ intrattenimento e quasi cinque volte meno del tempo passato su Facebook e gli altri network

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I social media stanno ammazzando l’ informazione online?

Certo, se un internauta, nel corso di un’ ora passata sulla Rete  dedica solo 3 minuti (1/20 del tempo) alle notizie, preferendo di gran lunga il ‘’cazzeggio’’ (9 minuti di entertainment e 14 minuti di social network), allora è legittimo osservare che, come fa Tagliablog, ‘’se l’editoria offline è morta, mi sa che anche per quella online è arrivato il momento di reinventarsi, se non vuol rischiare di finire vittima di Facebook & Co’’.

Tagliaerbe riporta l’ infografica che illustra un recente studio di Experian Hitwise condotto sugli internauti britannici, secondo cui questi ultimi, nello scorso agosto, hanno speso online 3,4 miliardi di ore, 800 delle quali – in pratica quasi 1/4 di tutto il tempo – sui social.

Al di là di questo aspetto, dice Davide Pozzi (‘’Tagliaerbe’’), ‘’quello che mi rende più perplesso è il futuro dell’editoria online’’, se si osserva che ‘’solo 1/20 di tutto il tempo passato su Internet viene speso per leggere notizie’’.

Probabilmente – osserva – il motivo è che le notizie, o più in generale le informazioni, vengono ormai scambiate e condivise all’ interno di altri contenitori, primo fra tutti quello sociale. E quindi l’utente medio non ha più bisogno di andarle a leggere alla fonte, ma se le trova – sminuzzate e pre-digerite – dentro Facebook o Twitter.

E avendo sempre meno tempo/voglia di approfondire, ciò gli basta: non va a leggersi tutto l’articolo sul sito dell’editore, ma si accontenta della discussione e del botta-risposta che trova sui social.

Se l’editoria offline è morta – conclude Tagliablog -, ‘’mi sa che anche per quella online è arrivato il momento di reinventarsi, se non vuol rischiare di finire vittima di Facebook & Co: “social media killed the publisher star”? ‘’