Giornalisti e PR, in Usa un rapporto sempre più stretto

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Sebbene molti giornalisti non vogliano ammetterlo, gli addetti alle Pubbliche relazioni spesso giocano un ruolo chiave nel giornalismo e in maniera crescente questa interazione avviene ormai attraverso il canale dei media digitali, dalle email ai social media – Un recente Libro bianco esplora che cosa funziona, e cosa no, nel modo con cui giornalisti e comunicatori si incontrano onlineIl 55% dei giornalisti seguono su FB o Twitter (come amici o follower) le società di comunicazione o i loro addetti stampa e ritengono che i social media siano ‘’un accettabile canale di comunicazione con le fonti e i loro rappresentanti’’ – Nonostante questo la stragrande maggioranza dei giornalisti interpellati (il 94% circa) preferisce però ricevere i comunicati stampa via mail

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MyPRGenie, un sito online che si occupa di social media, ha realizzato un sondaggio interrogando più di 2400 giornalisti per capire abitudini e preferenze nel loro lavoro in campo digitale per trovare notizie, idee, arricchire servizi e contattare le fonti.

Il Report scaturito da questa ricerca (disponibile dopo una semplice registrazione) è diretto soprattutto ai professionisti delle PR, ma – rileva il KnightDigitalMediaCenter – offre anche dei punti di vista interessanti per i giornalisti.

Circa il 55% dei giornalisti che hanno risposto al sondaggio hanno detto di seguire (come follower) o di essere ‘’amico’’ di società di comunicazione o addetti alle pubbliche relazioni su Twitter,  LinkedIn o Facebook. Una percentuale  analoga ritiene che i social media siano ‘’un accettabile canale di comunicazione con le fonti e i loro rappresentanti’’.

Nonostante l’ aumento dei collegamenti con il mondo delle PR tramite i social media, una vastissima maggioranza di giornalisti (il 94% circa) preferisce ricevere i comunicati stampa via mail.

Solo l’ 1,5% dei giornalisti, secondo il sondaggio, preferisce ricevere i comunicati attraverso sistemi di diffusione tipo  PRNewswire

Forse basandosi su questa preferenza dei giornalisti per l’ email, MyPRGenie raccomanda vivamente agli addetti alle PR di pubblicare settimanalmente una newsletter e non di affidarsi solo ai comunicati stampa. Questo consente alle strutture di comunicazione di avere una audience più ampia di quella che viene diffusa dalle notizie giornalistiche. Ma le newsletter via mail possono anche ‘’avere un ruolo virale sui network giornalistici. I giornalisti possono segnalare le vostre newsletter ai loro amici e costoro possono abbonarsi’’, spiega il Rapporto.

Una cosa sorprendente è che solo la metà dei giornalisti che hanno partecipato al sondaggio hanno detto di considerare i link alle fonti una componente essenziale dei comunicati stampa.

Circa la metà dei giornalisti partecipanti si sono lamentati di aver ricevuto dagli addetti alle PR delle note irrilevanti via social media. Non si capisce però se sia maggiore o minore la rilevanza delle note inviate via email o altri canali – ma poiché i social media sono molto interpersonali, è possibile che questa irrilevanza in questo ambiente  sembri più fastidiosa.

La maggioranza dei giornalisti (circa il 62%, secondo la Ricerca) usano Facebook nel loro lavoro – anche se solo il 36% promuovono e condividono i loro articoli su FB. Analogamente, il 56% dei giornalisti interpellati usano Twitter, ma solo il 26% se ne servono per pubblicizzare i loro servizi. Questo può voler dire che i giornalisti sono più interessati ad usare i social media come delle fonti, oppure che i giornalisti sono riluttanti a fare dell’ autopromozione.

I giornalisti interessati a promuovere e a condividere il loro lavoro attraverso i social media possono seguire i consigli che il Rapporto offre per gli addetti alle PR: utilizzare bookmark e tag nei loro articoli e inserirli nei siti di bookmarking come Delicious, Digg, Diigo o Reddit.

“Il social bookmarking aiuta i motori di ricerca a organizzare i contenuti per argomento e a determinarne la rilevanza attraverso le parole-chiave. Si tratta di seguire i principi della folksonomy – cosa che facilita la costruzione di comunità di persone che condividono interessi comuni.

“…Il social bookmarking ti consente anche di essere più visibile su internet. I contenuti indicizzati vengono trovati più rapidamente dai motori di ricerca. Tutto ciò aiuta ad avere più link, cosa che è una parte fondamentale di ogni piano di ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO)’’.