Calano i contributi su Facebook, segni di progressiva passività sul web

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I dati di una ricerca di GlobalWebIndex su 100.000 internauti in vari paesi del mondo mostrano in generale una tendenza al calo nella scrittura di articoli e nella riproduzione di contenuti originali sulle reti di microblogging (come Twitter) – Meno consumo di contenuti generati dagli utenti e crescita della tendenza a preferire i media tradizionali come fonti di informazione – I contenuti professionali restano le principali fonti di in formazioni, in particolare siti giornalistici e tv, anche se le reti sociali non sono molto staccate – Ma questi contenuti sono sempre più filtrati dalle reti sociali, che sono diventati gli attori principali della loro diffusione verso dei buoni destinatari

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Un massiccio declino dei contributi su Facebook – che mette in forse la convinzione di un futuro glorioso per il principale social network – nell’ ambito di un marcato declino della produzione di contenuti in generale: meno scrittura di articoli e meno riproduzione di contenuti originali sulle reti di microblogging (come Twitter). Meno consumo di contenuti generati dagli utenti e crescita della tendenza a preferire i media tradizionali come fonti di informazione.

E’ quanto emerge, fra l’ altro, da GlobalWebIndex, uno studio,  pubblicato recentemente, che – segnala Benoit Raphael sul suo blog in un post in cui analizza il possibile impatto di questa tendenza sul mondo dell’ informazione – contiene un appassionante insieme di cifre e di analisi sull’ uso del web e dei dispositivi mobili nel mondo.

In particolare la Ricerca (di cui è possibile scaricare qui una sintesi, eng), condotta su più di 100.000 internauti nel mondo, mostra che tutte le forme di contributo su Facebook sono in calo almeno dal 2009. Soprattutto l’ invio di messaggi e l’ installazione di applicazioni (che è addirittura in caduta libera).

Mentre al contrario sono in crescita: l’ upload dei video sul proprio profilo, il collegamento alle pagine dei brand e la creazione di gruppi.

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Secondo la ricerca, comunque, Facebook nel suo complesso non è in declino. E’  la rete sociale che ha il maggior numero di utenti, è ancora in testa rispetto alle due maggiori reti cinesi (in forte crescita anch’ esse), anche se si nota un leggero calo in Uk (-2,8%) e una stagnazione in Canada (uno dei paesi più ‘connessi’ a FB).

Più in generale, lo studio rileva una tendenza globale, anche se relativa, a una passività crescente fra gli utenti di Internet.

Le cifre pubblicate dal GlobalWebIndex, sottolinea Raphael, rivelano un declino della produzione di contenuti in generale: meno scrittura di articoli e meno riproduzione di contenuti originali sulle reti di microblogging (come Twitter). Meno consumo di contenuti generati dagli utenti e crescita della tendenza a preferire i media tradizionali come fonti di informazione.

In calo dal 2009 quindi i blog, i portali di informazione, i siti di informazione e quelli di attualità economica.

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In effetti, se si scava in queste cifre un po’ più in profondità, ci si rende conto che quello che cresce sono le reti sociali: il microblogging (Twitter) e la gesrtione del proprio profilo su una rete sociale.

E si capisce ugualmente chegli utenti più attivi sui siti di micro-blogging fanno piuttosto diffusione e ‘curation’ dei contenuti creati dagli altri.

La spinta della ‘diretta’, della comunicazione in tempo reale, sul web e sul mobile porta una accelerazione degli scambi e spinge gli internauti alla condivisione (diffusione) piuttosto che alla creazione dei contenuti.

I contenuti più consumati? I video, le foto, i tweet e…le encyclopedia online!

Le prncipali fonti? Nell’ ordine, i siti di informazione, le reti sociali, i giornali, gli amkici e la famiglia, il microblogging, la radio e i blog e i magazine.

In sintesi – conclude Raphael – la Ricerca mostra che:

– Diminuiscono i contributi geerati dagli utenti, i cosiddetti UGC. Anche se il peso di questa affermazione deve essere attenuata, visto che gli internauti pubblicano sempre molte foto e video personali e le testimonianze dei cittadini in occasione di avvenimenti particolari non cala ma è in crescita. Spetta ai media professionali filtrarli e dare loro senso.

– I contenuti professionali restano le princpali fonti di in formazioni, in particolare siti giornalistici e tv, anche se le reti sociali non sono molto staccate. Ma questi contenuti sono sempre più filtrati dalle reti sociali, che sono diventati gli attori principali della loro diffusione verso dei buoni destinatari. I giovani della fascia 16-24 anni si informano sempre più massicciamente sulle reti sociali. Ai professionisti la produzione, agli internauti la diffusione delle informazioni e le testimonianze grezze.

Cambiano le piattaforme di accesso ai contenuti

Secondo lo studio, l’accesso a Internet avviene ancora largamente via computer (79%), mentre i dispositivi mobili vengono utilizzati al 7% e il tablet copre il 2%. Ma, stando alle risposte degli utenti le cose dovrebbero cambiare radicalmente nel giro di un anno, con  il 19% per i tablet, il 18% per il mobile e il 49% per il pc.

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L’ internet in mobilità viene consumato oggi al 50% all’ esterno (nei luoghi pubblici o durante gi spostamenti), l’ altro 50% si divide in parti uguali fra casa e ufficio.

Questo cambiamento di piattaforma avrà delle conseguenze sul modo in cui i contenuti vengono consumati e condivisi? E quali? Prima di tutto un grosso impatto sulla geolocalizzazione dell’ informazione, una accelerazione del microblogging e della ‘raccomandazione’ (curation dei contenuti, pareri sulle aziende…), aumento progressivo dei video e delle foto condivise sulla rete. E, infine, gli utenti si dicono pronti a pagare per alcuni contenuti, in particolare video e musica.

I marchi e i loro rapporti con gli utenti

La ricerca mostra una forte attenzione ai consumatori da parte dei brand. Gli utenti, ovviamente, desiderano essere più ascoltati e si aspettano soprattutto contenuti, ma non necessariamente relativi ai prodotti e alle aziende. Semmai dai loro marchi preferiti i consumatori si attendono contenuti relativi all’ universo in cui  ma si muovono i brand. Si aspettano intrattenimento (soprattutto i più giovani) e informazioni (desiderio principale in tutte le fasce d’ età) e occasioni di collegamento con altre persone.

Infine gli utenti continuano a privilegiare i siti dei brand rispetto alle loro pagine facebook (- di 15%) o i loro blog (- di 10%).