Giornalismo digitale: dopo le perdite arriveranno anche i guadagni
(Innovazioni e paradossi di una ‘’rivoluzione’’ ancora in cerca di un modello economico/fine)

Giornali

Si conclude con questo auspicio-convinzione ‘’The story so far’’, la Ricerca della Columbia sull’ editoria online – Gli autori elencano una serie di raccomandazioni, sulla base delle lezioni, soprattutto economiche, che 20 anni di storia del giornalismo digitale hanno fornito – Quanto al ruolo della professione giornalistica, il pubblico, secondo gli autori, continua comunque ad aver bisogno di ‘’giornalisti indipendenti e oggettivi, che scovano fatti, spiegano questioni complesse e presentano il loro lavoro in modo convincente. Crediamo anche che se i sostegni governativi e l’ intervento di soggetti filantropici possono essere d’ aiuto, fondamentalmente continua ad essere il mercato quello che deve fornire al giornalismo le basi economiche. Molte delle perdite del settore vengono dal digitale. E’ tempo di cominciare a raccogliere anche qualche guadagno’’.

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– Le piattaforme digitali non sono spazi dove pubblicare contenuti già esistenti.

– Va completamente ridefinito il rapporto tra audience e pubblicità online, che ora è spesso solo ‘’spazzatura’’

– E’ essenziale coinvolgere in maniera diversa gli inserzionisti: cosa che non significa consentire loro di imporre la linea editoriale o la priorità nelle notizie, ma capire che hanno molti altri modi per raggiungere i clienti di quanti ne avevano prima e che alcuni di questi metodi, come i social media, riescono ad essere economici ed efficaci.

Sono alcune delle raccomandazioni con cui si chiude ‘’The story so far’’, la Ricerca sul giornalismo online condotta dalla Columbia, di cui Lsdi ha ultimato la traduzione.

Gli autori partono per le loro conclusioni da una riflessione generale, che dovrebbe essere ormai pienamente acquisita: se è ovvio che non possono essere abbandonati supporti tradizionali, come la carta, che  producono dall’ 80 al 90% delle entrate dei quotidiani, le aziende editoriali devono però guardare alle piattaforme digitali e al loro pubblico come a una situazione in costante trasformazione, una trasformazione che richiede un ritmo di innovazione e di investimenti più veloce e di maggior volume.

Un processo che – sottolinea il Rapporto – deve vedere i giornalisti fortemente impegnati, molto più che nel giornalismo tradizionale, a  capire ‘’ l’ audience che hanno e quella che vorrebbero avere’’, e a rinnovare continuamente la propria offerta digitale per garantirsi una fedeltà sempre maggiore’’.

Le aziende editoriali – aggiungono gli autori elencando le principali ‘’lezioni’’ ricavate dall’ analisidovrebbero sviluppare delle alternative al sistema di determinazione dei prezzi basato sulle impression, individuando nuovi metodi, che mettano in relazione in maniera più efficace le pubblicità digitali con la tv o la stampa, allargandosi ai social media e ad altri schemi. E realizzando contenuti di valore nelle inserzioni online.

Ancora: le aziende devono fare attenzione a quello che è un vero e proprio furto dei contenuti, ma devono anche rendersi conto che gran parte degli aggregatori operano entro i confini del diritto d’ autore e creano un valore per i lettori.

Gli strumenti mobili digitali rappresentano una sfida straordinaria per le aziende editoriali.

Quanto ai giornalisti, conclude il Rapporto, ‘’devono essere preparati a una costante pressione sui costi editoriali. C’è una vecchia regola pratica nel mondo giornalistico, in base alla quale 1000 lettori mantengono un redattore. Quel tipo di teoria nel mondo digitale non regge più. Probabilmente avremo un mondo fatto di testate più numerose e più piccole, le più brillanti delle quali faranno leva sul proprio staff e sui lettori puntando su aggregazione, selezione/cura e collaborazione col pubblico per offrire dei contenuti di grande valore’’.

Il pubblico – sono convinti gli autori della Ricerca – continua comunque ad aver bisogno di ‘’giornalisti indipendenti e oggettivi, che scovano fatti, spiegano questioni complesse e presentano il loro lavoro in modo convincente. Crediamo anche che se i sostegni governativi e l’ intervento di soggetti filantropici possono essere d’ aiuto, fondamentalmente continua ad essere il mercato quello che deve fornire al giornalismo le basi economiche.

Molte delle perdite del settore vengono dal digitale. E’ tempo di cominciare a raccogliere anche qualche guadagno’’.

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–  Conclusioni


Lsdi-Cjr-copertinaIntroduzione e Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
– Capitolo 9

(La traduzione del Rapporto è a cura di: Valentina Barbieri, Elena Bau, Stefania Cavalletto, Claudia Dani e Andrea Fama).