Russia: la funzione chiave della stampa di opposizione

La testata di 'Zavtra', uno dei giornali di opposizione
La testata di 'Zavtra', uno dei giornali di opposizione negli anni Novata

(v. b.) – Un terzo della popolazione (33%) ha più fiducia nelle opinioni e dichiarazioni dei media che in quelle dei propri amici e conoscenti. Nel giro di 3 anni (2008/2011) il dato ha visto una crescita di 9 punti percentuali. Lo ha accertato una recente indagine del VCIOM (Centro russo di studio dell’ opinione politica).

Si tratta di un potenziale in forte crescita, quindi, che potrebbe dare coesione ad un contesto sociale piuttosto frazionato.

Secondo Elena V. Grozdova, ricercatrice della Facoltà di Giornalismo dell’università di Mosca, la stampa di opposizione in Russia può avere  una funzione particolarmente rilevante all’interno del tessuto sociale, quella di potenziale moderatore tra la cittadinanza e governo russo.

In una situazione di disillusione dei cittadini rispetto alla partecipazione politica e di approccio fortemente paternalistico da parte dei rappresentanti statali – scrive la ricercatrice in un saggio in cui offre un vasto panorama della stampa di opposizione, di cui presentiamo un’ ampia sintesi –  è proprio la stampa che può fungere da elemento cardine del dialogo sociale.

Un incarico sicuramente gravoso ma che può dare nuovi stimoli e una nuova identità ai mezzi di comunicazione.

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La stampa di opposizione nel dialogo sociale

di Elena V. Grozdova*

(a cura di Valentina Barbieri)

In democrazia l’ opposizione è un importante elemento costitutivo dei processi politico, che per funzionare bene ha bisogno della rotazione dei partiti al governo (…). L’opposizione in Russia è presente sotto varie forme. Possiamo distinguere la cosiddetta opposizione di sistema, che collabora con il governo ed è rappresentata nei vari organi di potere (Duma, organi regionali di stato e così via) e l’opposizione esterna al sistema, che per propria volontà o forzatamente non collabora con il governo. Il principale strumento che ha l’opposizione per esercitare un’influenza non violenta sulle strutture statali e sulla politica del governo sono i media che esprimono gli interessi dei gruppi sociali e delle organizzazioni di opposizione e si definiscono “di opposizione”.

Già a metà degli anni ’90 in Russia i partiti politici e i movimenti pubblicavano giornali statali, delle varie  repubbliche, delle regioni, delle aree amministrative, locali. Fra le pubblicazioni apertamente schierate politicamente c’erano “La verità della Russia” (Pravda Rossii, giornale del PC Russo) “La verità di Žirinovskij” (Pravda Žirinovskogo), “Sokol” (giornale del partito liberal-democratico) e

“Sročno v nomer”, organo del partito della libertà economica e altri. Molte di queste si dichiaravano indipendenti ma avevano posizioni ideologiche ben manifeste. Ad esempio, uno dei giornali leader dell’opposizione spirituale è stato il giornale “Zavtra”, pubblicato prima come “Den’”. Nel settembre 1993, dopo l’ordine di El’cin di sciogliere il Soviet Supremo, “Den” ha invitato ad “abbattere il regime antipopolare di El’cin” e sostenere il Soviet supremo della Federazione russa. Il 4 ottobre 1993 il Ministero di giustizia ha vietato il giornale “Den” che però nel novembre 1993 ha iniziato a uscire con il nome “Zavtra”.

Questo giornale è noto per criticare duramente il sistema post-sovietico russo e spesso ha pubblicato e pubblica articoli e interviste con attivisti noti, polemici o controversi: Čubais, Kvačkov, Limonov, Berezovskij, Rogozinyj, Zjuganov, Chodorkovskij, Kopcev e così via. Il giornale è stato spesso definito nazionalistico. Negli anni 2000 “Zavtra” ha proclamato una linea statale-patriottica, dichiarando il progetto “quinto impero” e divenendo più amichevole verso Putin.

“Russkij Vestnik”, “Istoki”, “Monarchist” e “Graždanin imperii” hanno orientamenti nazional-patriottici. “Molinika” è organo del comitato centrale e del comitato moscovita del Partito comunista dei lavoratori russi. V. Antilov, fondatore e redattore, non nasconde di perseguire gli obiettivi dell’opposizione unita (blocco Kommunisty – Russia lavoratrice – Per l’unione sovietica) per creare un potere economico e politico dei lavoratori, ossia un potere sovietico.

Organi dell’ala sinistra dell’opposizione unita sono i giornali “La verità russa” (Rossijskaja pravda) e Bollettino russo (Russkie vedomosti). Ai giornali indipendenti se ne aggiungono altri: ad esempio “Russia Sovietica” (sovetskaja Rossija) apertamente comunista; “La verità” (Pravda), che sostiene la linea comunista; “Čёrnaja sotnja   «squadrone nero», nel cui nome si rispecchia la direzione sciovinista)


Dalla metà degli anni 90
il sistema amministrativo di comando tenta di far sottostare la stampa locale  di ammansirla, di far sì che essa riporti quello che è funzionale al sistema ed eviti le critiche. Spesso ai media viene offerto un aiuto economico in cambio al diritto di essere co-fondatori. Ad esempio nella regione di Kemerovo nel corso del biennio 1993 – 1994 gli organi esecutivi locali sono diventati cofondatori di 2 giornali dell’oblast’ su 4,  31 giornali socio-politici cittadini e regionali su 35. Simili situazioni si sono venute a creare nella maggioranza delle regioni russe.  Vengono usate anche altre leve, che spesso sono impiegate così abilmente e velatamente che è difficile trovarle esteriormente. Di conseguenza dalle pagine di molto giornali cittadini, dalle trasmissioni delle radio locali  e dalle televisioni è praticamente sparita la critica nei confronti dell’amministrazione, benché   per molte mancanze nella vita della popolazione una parte non piccola della colpa dipendesse direttamente da questa.

Negli anni ’90 la procura per i poteri regionali e cittadini ha chiuso la maggioranza delle redazioni non desiderate, richiamandosi alla mancanza di licenze. L’imperfezione della legislazione russa, le rozze violazioni della legge “Sui media” da parte delle strutture delle strutture di potere dei più vari livelli privano il giornalismo delle libertà garantite dalla costituzione, portano ad atti di sopruso e violenza sulla persona del giornalista.(…)


All’inizio del XXI secolo la struttura della stampa di opposizione si è decisamente modernizzata.
Ma questa modernizzazione ha le sue peculiarità. A partire dal 2000 in Russia prevale una visione estremamente semplificata dell’opposizione. Per essere d’opposizione, basta dichiararsi avversario dell’attuale presidente russo. Il noto economista liberale Evgenij Jasin guarda con occhio critico a questo punto di vista: “Oggi la motivazione che tiene assieme l’opposizione di varie correnti è la contrapposizione al Cremlino. Non mi sembra costruttivo, in quanto non è possibile unire gli estremi ideologici. Arriverà il momento in cui questo minestrone di tendenze che oggi son parte dell’opposizione torneranno di nuovo nell’arena politica, avranno popolarità e verranno votate”.

Quanto detto finora permette di arrivare alla conclusione che manca il consenso su questo tema sia nell’opposizione sia tra chi studia il fenomeno dell’opposizione russa contemporanea.

In questo modo oggi in Russia assistiamo ad una situazione paradossale: quasi tutto l’ambiente politico si ritiene d’opposizione rispetto al governo in carica, e al tempo stesso la schiacciante maggioranza delle strutture politiche non esercitano una reale opposizione. Tutto questo, naturalmente, influisce sulla natura delle pubblicazioni di opposizione, che riflettono gli interessi di queste strutture.

Osservando i media di opposizione in Russia nel corso degli ultimi 15/20 anni, si può concludere che il loro ruolo nella società è cambiato molto nel tempo: dall’ aperta contrapposizione al governo alla difesa “moderata/ di compromesso” della propria posizione. Esistono tuttavia dei tratti comuni nell’attività di questo o quel mezzo di opposizione nelle varie tappe della sua esistenza. Consistono in questo: nel passaggio da un sistema all’altro della società russa l’attività dei media di opposizione era legata all’evidenziare i problemi di carattere politico-economico e sociale. Il principale di questi problemi riguarda le caratteristiche del comportamento politico dei cittadini, questione che è direttamente legata alla  modernizzazione politica del paese, alla creazione di una democrazia consolidata. Caratteristica di questo periodo è stata l’astensione dei cittadini dal processo politico e un atteggiamento critico verso le stesse riforme.

I segni dell’alienazione sono emersi in parte anche durante le elezioni, in cui si è rilevato un crescente numero di elettori che hanno votato “contro tutti”, un basso indice di fiducia verso i partiti politici e i loro leader e una brusca caduta dell’interesse della massa verso la questione politica nei mezzi di comunicazione di massa.

Su uno sfondo comune sono comparsi i tratti caratteristici di una cultura politica paternalistica.

I motivi alla base della disillusione verso le trasformazioni democratiche sono evidenti. Come rileva L. L. Resnjanskaja, la tendenza oligarchica dell’economia (che ha portato ad un marcata stratificazione patrimoniale), la corruzione dei più alti livelli dello Stato, la violenza e la totale irresponsabilità della burocrazia, la paralisi del sistema giuridico, le continue minacce alla sicurezza personale del cittadino sono diventati fonti di alienazione politica.

Gli istituti statali assunti a risolvere i problemi fondamentali del singolo cittadino non hanno assolto al compito, lasciandolo faccia a faccia con le contraddizioni del sistema. Di conseguenza i cittadini si immergono nella propria sfera personale, sfilandosi di dosso la responsabilità della vita collettiva. Nel processo sociale occupano una posizione separata, marginale. Di conseguenza la democrazia perde attrattiva. Le radici del processo interno in corso di alienazione penetrano nell’economia e nella disuguaglianza sociale.  Inoltre, l’alienazione è nata dalla rottura dei legami sociali, della comunicazione sociale. Nasce il problema del silenzio di una società che ora deve di nuovo imparare a mettersi in contatto. (…) Nel mondo contemporaneo ricopre un ruolo importante proprio la partnership: le relazioni di carattere non oppositivo, basate sui principi democratici, uguaglianza e la fiducia, che creano anche la base per il consenso e la solidarietà. Secondo E.P. Prochorov, un mezzo efficace per questo è il dialogo sociale (fra tutti i soggetti sociali – tutti i corpi/ istituti della società, civili, economici sociali.


La realizzazione di questo dialogo non è possibile senza la partecipazione dei media
. Ma l’efficienza della partecipazione dei media al dialogo, il successo «della focalizzazione» del tipo di informazione è predefinito in misura significativa dalla comprensione che hanno sia fondatori, proprietari e gestori dei media, sia semplici giornalisti della natura e dei meccanismi del dialogo sociale.

(…) Ci sono numerose varianti del dialogo:  un dialogo fra forte socio-politiche, fra esse e lo stato, tra lo stato e i cittadini, in tutte queste i media possono coprire un ruolo decisivo.

Possono essere dialogo con il governo, con le forze socio-politiche, con i vari istituti sociali, con i cittadini fra di loro. In Russia non sono solo dieci anni che la parola “dialogo” è stata applicata alla prassi politica (tra cui quella giornalistica) ed è già diventata abituale, persino popolare. Nonostante questo il dialogo si presenta dannoso o persino impossibile senza la partecipazione dei media.

Ma nelle loro pagine vengono si danno vari giudizi, è in atto una lotta fra varie forze politiche e i media che li sostengono per l’influenza sul pubblico, si replica, si discutono e rifiutano gli sguardi di chi pensa diversamente.

Ma è quando attraverso le grandi testate e le discussioni nei media i cittadini vengono coinvolti nell’elaborazione dei progetti di sviluppo del paese che la società (anche nella forma dell’opposizione) smette davvero di tacere. Con l’aiuto dei mass media, a livello di interrelazione informativa si realizza anche il dialogo tra lo stato e la società, tra il governo statale e “la sfera privata”, proprio su questo livello vengono discusse le questioni e in una società democratica si forma la così detta sfera pubblica. È uno spazio aperto della comunicazione, nel quale si muovono le diverse varianti dei programmi politici e competono le diverse dichiarazioni politiche.  La sfera pubblica si presenta come un mercato delle idee: alcune di esse sono reclamate da precisi gruppi sociali, altre, al contrario, non hanno domanda e quindi falliscono.

(…) La sfera pubblica come elemento obbligatorio dell’impianto democratico nasce nella cornice dell’accordo sociale. La formula dell’accordo sociale è basata sulla reciproca fiducia di società e stato. Per il governo russo il ruolo di partner è sempre stato difficile. Proprio in questo si nasconde uno dei motivi che spiegano di collasso della politica pubblica e la diminuzione dello spazio della sfera pubblica nel processo di formazione del sistema politico nel nostro paese. È difficile non essere d’accordo con le affermazioni dello storico Ju. Afanas’ev, per cui l’unico soggetto nella storia della Russia è stato il governo. L’incapacità da parte del governo di condurre il dialogo, l’abitudine di vedere nelle proprie azioni solo il bene creano elementi di paternalismo. Il governo da sempre dimostra la vocazione di arbitro superiore: patrocina la costruzione della società, dirige le scelte, non credendo evidentemente nell’espressione di volontà dei cittadini. Tuttavia non si deve negare che sia in atto un movimento verso il dialogo democratico e di conseguenza verso la creazione della sfera pubblica. Perché i cittadini partecipino attivamente alla costruzione della società democratica è indispensabile la comunicazione, che dia la possibilità di avere dibattiti, discussioni.

I mezzi di comunicazione di massa occupano un particolare posto nel sistema del dialogo sociale. Nella società democratica essi sono intesi a «cogliere gli impulsi della sfera interna al soggetto”, trasformandoli in temi di discussione sociale.

(…) Le condizioni tecniche e tecnologiche sufficienti perché il dialogo funzioni ci sono.  La copertura di pubblico dei due canali televisivi nazionali (RTR e Primo canale) arriva praticamente al 100%. Secondo i dati del Goskomstat (Servizio federale di statistica), il 98% della popolazione del paese riceve almeno un canale, oltre il 96% almeno una stazione radio.

Il governo russo non ha altro strumento oltre ai media, considerando l’estensione spaziale e il volume geografico del paese, di chiarire le proprie posizioni e convincere i cittadini della fondatezza del proprio corso politico.

Sicuramente i media, che creano legami di informazione nella società di massa, non sono l’unico elemento di formazione e realizzazione del dialogo sociale. Sono parti attive di questo processo la scienza, la letteratura, l’arte, la politica, l’istruzione, educazione, tutti i sistemi di organizzazione e amministrazione della società e altro. Ma i media in ogni caso ricoprono se non il ruolo di soggetti autonomi del dialogo sociale, almeno il ruolo di mediatore, canale della sua realizzazione.

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*Grozdova Elena Valer’evna, dottoranda al dipartimento di stampa periodica della facoltà di giornalismo dell’Università statale di Mosca, redattrice del giornale “Tecniche e tecnologie agricole”, Independent Media Sanoma Magazines,
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