Grandi magnati russi crescono, ma all’estero

Lebedev

Lebedev e l’ acquisto dell’ Independent – Quello dell’ imprenditore russo ed ex agente del KGB, secondo alcuni esperti, sarebbe un semplice intervento d’ affari – Molti ritengono che l’operazione possa rientra in un disegno stretagico più vasto, ricordando come Lebedev e Gorbačov, azionisti della Novaja Gazeta, puntino a creare un Fondo non commerciale che sostenga progetti internazionali nel settore dei media e  che ha già un nome, Novaja Independent Media Foundation (NIMF) –  Secondo altri invece  la motivazione sarebbe il desiderio di influire sulla società occidentale ed è certo meglio un giornale di una squadra di calcio per pesare sulla vita britannica

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di Valentina Barbieri

 Dopo le società di calcio, i giovani oligarchi russi hanno scelto un nuovo campo in cui investire massicciamente: i media.

L’anno scorso il ricchissimo Sergej Pugačov ha acquistato il quotidiano France Soir, guadagnando in cambio l’interessamento del governo francese alle navi della famiglia Pugačov. Ad un anno dall’acquisto i primi risultati sono impressionanti: la tiratura del giornale è aumentata di 20 volte, il prezzo di vendita si è dimezzato e lo staff del giornale si è più che duplicato.

La stessa sorte se la augura probabilmente Aleksandr Lebedev, l’ex agente del KGB che con Michail Gorbačov possiede il 49% del giornale di opposizione Novaja Gazeta.

Lo scorso anno Lebedev si è accaparrato il pacchetto di controllo (75,1%) del giornale britannico Evening Standard, acquistandolo tramite la società fondata con il figlio,  Evening Press LTD.

A marzo di quest’anno Lebedev ha concluso l’acquisto dell’ Independent (sito compreso), uno dei primi cinque giornali inglesi, e del settimanale Independent on Sunday. In questo modo il magnate russo è entrato in possesso di una una delle più autorevoli e intellettuali testate britanniche, con grande influenza nazionale ed internazionale.

Nonostante la sua fama, negli ultimi 20 anni il giornale ha vissuto una fortissima crisi delle vendite, passando  da 400mila a meno di 200mila copie vendute al giorno.

La notizia dell’ acquisto dell’ Independent era nell’ aria già da settimane, ma solo il 25 marzo è stata confermata dai diretti interessati ed è stato reso noto il prezzo di vendita. In base al contratto stipulato, Independent News and media cede ad Independent Print Limited – la società controllata dalla famiglia Lebedev – le due testate e il sito all’incredibile costo di 1 sterlina. Il contratto prevede inoltre che il precedente proprietario si impegni entro i prossimi 10 mesi a pagare a Lebedev 9,25 milioni di sterline (14 milioni di dollari) per coprire parte delle spese delle testate.

In cambio Ledbedev si assume tutte le obbligazioni finanziarie del giornale e si impegna a coprire le grosse perdite subite negli ultimi anni, stimate dal Financial Times in 30/40 milioni di sterline.

Restano invariate la composizione dello staff delle pubblicazioni e la dislocazione della sede, a Kensington.

I giornali appartenenti a Independent News and Media (testate australiane, irlandesi, neozelandesi e  sudafricani) potranno continuare a pubblicare gli articoli dell’ Independent.

E’ stato confermato anche il contratto di vecchia data con il gruppo editoriale Trinity Mirror, che stampa il giornale.

L’ accordo tra le due proprietà é stato preparato attraverso curate vie diplomatiche: nelle settimane precedenti la stipula del contratto Lebedev ha incontrato più volte il primo ministro inglese Gordon Brown, che voleva “guardare in faccia” il futuro proprietario della pubblicazione.

Certamente, la situazione finanziaria dell’Independent reclamava un forte investimento per poter sopravvivere.  Secondo molti economisti, ciò che aveva mantenuto in vita l’Independent era stata la stipula del contratto con la tipografia Trinity Mirror.

Nel settembre 2009, un rappresentante della precedente proprietà aveva riconosciuto che dalla metà degli anni 90 avevano avuto per la pubblicazione Independent e Independent on Sunday perdite dell’ordine di 200 milioni di sterline (circa 300 milioni di dollari).

La situazione è stata aggravata poi dalla crisi mondiale. Il mercato britannico della pubblicità sui giornali si è ridotto dai 4 miliardi di sterline (2006) ai 2,7 miliardi di sterline (2009). La tiratura di tutti principali giornali è caduta in media di 15%.

In questa situazione di contrazione del mercato dei media, gli ingenti investimenti degli oligarchi russi appaiono quindi con una sorta di boccata di ossigeno. Il risultato, scrive Robert Andrews, é che “i più facoltosi uomini russi stanno salvando il giornalismo, un giornale alla volta.”

Ma da quali motivazioni sono spinti?

Quello di Lebedev secondo molti esperti, sarebbe un semplice business plan: egli possiede i mezzi economici per dare al giornale un secondo respiro. Nel concreto, questo vuol dire migliorare e ampliare il sito, attivare ad un’intensa campagna pubblicitaria e assumere nell’ Independent persone già note nel campo dei media.

La precedenza verrà data almeno per un primo momento alla testata cartacea, mentre il sito verrà probabilmente implementato solo successivamente.

Quello che va riconosciuto a Lebedev é che sta dedicando, indipendentemente dallo scopo prefisso, molta energia a testate indipendenti o qualitativamente molto alte.

Lebedev e Gorbačov, azionisti della Novaja Gazeta, vogliono creare un fondo non commerciale che sostenga progetti internazionali nel settore dei media, chiamato Novaja Independent Media Foundation (NIMF). “Parliamo in prima battuta della Novaja Gazeta in Russia, dell’ Independent e del London Evening Standard in Gran Bretagna. Speriamo che altri mecenati siano interessati a sostenere il giornalismo di qualità nella difesa della libertà di parola e della spinta al giornalismo d’inchiesta per la creazione di una società più trasparente” riporta il sito di Lebedev.

I migliori auguri per un futuro roseo al “nuovo”Independent arrivano anche dalla proprietà precedente. Gavin o’Reilly, chief executive di Independent News and Media, ha augurato a Independent Print Limited di riuscire a far crescere questi importanti e influenti giornali. “Io credo che la famiglia Lebedev in qualità di proprietaria avrà un ruolo di progresso e rafforzamento nello sviluppo di questo giornali, che negli ultimi 25 anni hanno ricoperto un ruolo importante nella società britannica” ha dichiarato Gavin o’Reilly.

Secondo il direttore dell’Associazione delle banche russe, Garegin Tosunjan, Lebedev è mosso da ragioni più nobili che farsi pubblicità e mettere in mostra il proprio capitale.  «Vuole lavorare nel campo dell’ influenza intellettuale su una certa parte della società occidentale. E in questo senso questo interesse, dal mio punto di vista, è molto più positivo di quando, ad esempio, viene comprata una squadra di calcio. È una persona profondamente intellettuale, che sa ragionare il maniera strategica. E se ha dei progetti verranno fuori prima o poi”.

Lo stesso Lebedev ha dichiarato che in Gran Bretagna si contano circa cinque milioni di sostenitori dei valori liberal-democratici che è chiamato a rappresentare The independent. Questo è la fascia di popolazione su cui Lebedev vorrebbe lavorare per aumentare i lettori della pubblicazione. In questo modo l’oligarca russo potrebbe associare i vantaggi economici di un rilancio del giornale ad una crescita del suo ruolo all’interno della società britannica.

Se l’operazione andasse in porto, Lebedev avrebbe un tornaconto quindi sotto diversi aspetti. Secondo varie fonti la ragione principale dell’acquisto dell’Independent sarebbe il fatto che come possessore del giornale egli entrerebbe automaticamente nella cerchia della élite britannica.

Primi elementi critici

Ma se ad una prima analisi parrebbe che l’operazione sia stata un ottimo compromesso tra il diritto di stampa e l’economia, alcuni elementi critici sono già emersi.

Secondo l’accordo infatti, spiega la radio statale Voice of Russia, i direttori delle due testate acquisite rimangono al loro posto, ma saranno obbligati a coordinare le proprie azioni con la direzione dell’Evening Standard. In questo modo, secondo Voice of Russia, le due testate non potranno definirsi totalmente indipendenti.

Forse per questo motivo o per divergenza di idee con la nuova proprietà Roger Alton, redattore capo dell’Independent da circa due anni,  ha presentato il 10 aprile le proprie dimissioni.

“Penso che sia giusto dopo la vendita del giornale ad Aleksandr e Evgenij Lebedev lasciare ai nuovi proprietari la libertà di nominare un redattore a loro scelta” ha fatto sapere Alton. “Auguro a tutti loro il meglio per il futuro e sono sicuro che con i Lebedev come proprietà il giornale raggiungerà posizioni sempre più solide”

A sostituire temporaneamente Roger Alton sarà Simon Kelner, redattore capo dell’Independent dal 1998 al 2008.

 Le dimissioni di Alton potrebbero essere un precedente per altri giornalisti in contrapposizione con i nuovi proprietari, ma indicano soprattutto la conclusione di una fase della storia della testata britannica.

 Ora, nel campo di forze del giornale, una nuova proprietà così potente potrebbe agire come il miglior garante possibile della linea editoriale dell’Independent o interferire pesantemente con essa.

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FONTI:

 Perché i russi stanno spendendo cifre folli per salvare il giornalismo, Robert Andrews, Paid content,18.03.2010

Aleksandr Lebedev ha comprato i giornali Independent e Independent on Sunday, Grani, 5.03.2010

Il businessman russo ha comprato l’Independent per una sterlina, Sergej Romašenko, Rosbalt, 26.03.2010

L’oligarca russo Aleksandr Lebedev intende investire milioni nei suoi media britannici, Voice of Russia, 06.03.2010

La stampa britannica: l’efficiente modello di business di Lebedev, BBC, 10.03.2010

Il banchiere Lebedev ha comprato il giornale britannico The Independent, in deficit, ad 1 sterlina Polit, 20.03.2010

Aleksandr Lebedev e Michail Gorbačov faranno crescere insieme l’Independent Sostav, 26.03.2010

 Aleksandr Lebedev ha acquistato il giornale britannico Independent, Izvestija 25.03.2010

Il redattore capo di Independent si é dimesso augurando buona fortuna a Lebedev, Oleg Kotlarenko, RIA Novosti, 10.04.2010