Fondere le redazioni di giornali e tv?

Tbo

Su Reflections of a Newosaur Alan D. Mutter analizza l’ ipotesi di creare delle redazioni ibride fra quotidiani ed emittenti che sta cominciando a circolare con insistenza negli Stati Uniti – Anche se le esperienze fatte finora, con tagli durissimi, non sono particolarmente incoraggianti, soprattutto in relazione  alla qualità del giornalismo che viene prodotto

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Next big thing? TV-newspaper staff merger

di Alan D. Mutter
(Reflections of a Newosaur )

La fusione fra le redazioni dei giornali e quelle delle emittenti televisive potrebbe diventare la nuova grande occasione per gli editori pressati dalle difficoltà di produrre profitto e gli uomini delle tv che cercano di tagliare i costi e di rafforzare la loro presenza digitale.

Ma queste redazioni ibride potranno assicurare le promesse di produrre un giornalismo migliore? I risultati della più antica fusione, quella  – che risale a 10 anni fa – fra il Tampa Tribune e WFLA, non è particolarmente incoraggiante.

L’ ultima fusione cross-mediale è stata annunciate in questi giorni a Salt Lake City, dove il Deseret News (il più antico quotidiano dello stato dell’ Utah, ndr) ha annunciato di aver programmato di trasferire il 43% del suo organico (57 addetti a tempo pieno e 28 part-time, ndr) nella redazione di KSL-TV, una emittente affiliata alla NBC e a cui fanno capo anche due stazione radio, in AM e FM.  Tutte e quattro le testate sono proprietà di Deseret Media Companies, che a sua volta è nelle mani della Church of Jesus Christ of the Latter-day Saints.

Lo sforzo draconiano di salvare qualche parvenza del Deseret News si scontra con il fatto che il giornale ha già partecipato ad un’ altra partnership data per vantaggiosa. Fin dal 1952 il quotidiano ha operato sulla base di un accordo con la Salt Lake Tribune, in cui la Newspaper Agency Co. , che fa capo ad entrambe le testate, gestisce le vendite pubblicitarie, la produzione e la diffusione di entrambi i giornali. Il MediaNews Group possiede la Tribune e i due editori si dividono i proventi di un’ operazione che risulta più efficace di quanto sarebbe possibile se ciascun giornale mantenesse le sue infrastrutture di produzione e di vendita.

Ma i tempi sono diventati molto duri per gli accordi di cooperazione, come ha dimostrato l’ anno scorso la vicenda del Rocky Mountain News (chiuso dopo 150 anni e quattro Premi Pulitzer, ndr), del Seattle Post-Intelligencer (che ha eliminato l’ edizione cartacea, ndr) e del Tucson Citizen (chiuso nel maggio 2009 dopo 140 anni di vita,ndr).

In un momento in cui i ricavi sempre più scarsi della pubblicità locale stanno riducendo progressivamente I profitti un tempo invidiabili di quotidiani ed emittenti, i motivi per fondere le redazioni sono chiari:

ì- Elimini un doppio lavoro, e le relative spese, inviando un solo cronista a una conferenza stampa o un solo cameraman su un incidente stradale. Arricchisci il sito online e il mobile offrendo insieme un video migliore dal versante televisivo e una cronaca più approfondita dal versante carta. Con un pizzico di fortuna, una buona promozione cross-mediale potrà costruire audience sulla carta, nell’ etere, sul web e sulle varie piattaforme per il mobile che si vanno via via sviluppando. La combinazione fra audience diversificata ed efficienza potrà diventare un punto a favore anche per convincere gli inserzionisti.

I risparmi sono talmente attraenti per le emittenti televisive che non meno di 224 stazioni oggi prendono l’ informazione da un’ altra emittente, secondo le analisi di Bob Papper, presidente del Corso di studi in media e giornalismo della Hofstra University,che conduce un censimento annuale delle redazioni per conto della Radio and Television News Directors Association.

Sebbene finora pochi quotidiani abbiano stretto accordi in questo senso con emittenti locali, ciò è avvenuto l’ anno scorso ad Hartford e un decennio fa a Tampa. Se i ricavi dei quotidiani non si stabilizzeranno presto, un numero crescente di editori potrebbero cominciare a pensare seriamente a un’ idea che centinaia di broadcaster hanno già in mente.

Mentre senza dubbio le redazioni ibride fanno risparmiare su tutto, dalla cronaca alla pubblicità immobiliare, il miglioramento della qualità giornalistica promessa da Media General dieci anni fa non è evidente nella integrazione delle operazioni giornalistiche fra Tampa Tribune e WFLA, una emittente affiliata alla rete NBC.

Come gli addetti alla pubblicità, quando la redazione del giornale della Florida si fuse i cronisti del giornale hanno imparato a lavorare con la telecamera e quelli dell’ emittente a collaborare col giornale. Ma questi sforzi, che oggi vengono presentati  al mondo su TBO.com (Tampa Bay Online, ndr) come una cosa da ammirare, non sembrano, invece, molto esaltanti.

Invece di fondere insieme le risorse di giornale e tv in un unico, dinamico sito web, TBO.Com è prima di tutto un compendio di notizie di cronaca nera scadenti e di articoli di agenzia ormai superati. Se segui le bricioline che portano alle pagine, separate, dell’ emittente tv e del giornale, non ottieni altro che quella specie di riempitivi che popolano i siti web delle emittenti mediocri  o degli editori dei piccoli mercati.

La debolezza di una struttura di questo genere  è comprensibile alla luce dei durissimi tagli che Media General ha fatto negli organici del Tampa dall’ inizio della  collaborazione. Metà delle 1.326 persone che lavoravano nel giornale, alla tv e sul sito web furono  eliminati nel 2008, con ulteriori tagli e riorganizzazioni che si sono succeduti fino ad ora.

Il problema per questa redazione del futuro è che è troppo sottile la strada per attirare lettori e inserzionisti.