Fra i contendenti vince Bing?

In un incontro segreto fra responsabili di Microsoft e rappresentanti di editori europei si sarebbe parlato dell’ ipotesi di una esclusiva del motore di ricerca di Bill Gates sui contenuti dei principali quotidiani – Secondo PuntoInformatico, Jonathan Miller, il capo della sezione digitale di News Corp, si è detto ‘’fiducioso sulla possibilità che altri editori seguano le orme” del suo editore – ”Sicuramente uno di questi è già Associated Press che sta ulteriormente calcando la mano sulla questione dei pagamenti nei confronti dei suoi contenuti’’ – Intanto piovono critiche sull’ editoriale contro Google del Corsera di ieri

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Bing, il motore di ricerca di Microsoft in continua espansione (ha raggiunto in ottobre il 9,9% del mercato, con un aumento dell’ 1%), potrebbe avvantaggiarsi del conflitto fra Google e il fronte degli editori – capeggiato da Murdoch – accaparrandosi l’ esclusiva dell’ utilizzo dei contenuti dei principali quotidiani. L’ ipotesi, secondo quanto rileva Mauro Vecchio su Punto informatico, sarebbe stata ventilata nel corso di un incontro segreto tra responsabili di Microsoft e un gruppo di editori europei, principalmente legati a quotidiani.

Vecchio cita TechCrunch Europe, aggiungendo che Microsoft sarebbe ‘’ pronta ad investire nella ricerca relativa allo standard Automated Content Access Protocol (ACAP), per permettere ad autori ed editori di dettare condizioni e termini d’uso ad aggregatori online e motori di ricerca. Un modo per mettere le mani su un protocollo apparentemente destinato a rimpiazzare il largamente utilizzato robots.txt che già di per sé permette agli editori di scegliere tra due amletiche opzioni: indicizzare o non indicizzare’’.

Comunque, racconta Puntoinformatico, Jonathan Miller, il capo della sezione digitale di News Corp, ha ribadito in questi giorni, durante il Monaco Media Forum, che Murdoch ‘’provvederà alla rimozione totale delle proprie fonti dal search engine e dal news aggregator’’ di Google e che tutto questo ‘’avverrà presto, entro alcuni mesi’’.

Jason Calacanis, CEO della web directory Mahalo, sostiene che sarebbe “materialmente possibile provocare un forte impatto sul business di Google (…) se i primi dieci editori decideranno di uscire dalle sue indicizzazioni”.

E Miller – è sempre Puntoinformatico che racconta – ‘’si è dichiarato fiducioso sulla possibilità che altri editori seguano le orme di NewsCorp, sulla scia delle profezie di Calacanis. Sicuramente uno di questi è già Associated Press che sta ulteriormente calcando la mano sulla questione dei pagamenti nei confronti dei suoi contenuti. Tom Curley, a capo di AP, ha annunciato che ”chiederà a BigG di creare un registro per le news, in modo da ottenere rank più alti rispetto ai blog truffaldini che proliferano nel web come presunti parassiti’’.

Intanto ha suscitato parecchie proteste nel web l’ editoriale-invettiva contro Google pubblicato ieri dal Corriere della Sera.

Fra gli altri Guido Scorza, ricercatore e docente di informatica giuridica e diritto delle nuove tecnologie alla Sapienza di Roma, sostiene sul suo blog, in un articolo intitolato ‘’La Rete non è il Farwest’’, che ‘’Mucchetti, ieri, ha prestato per qualche istante la sua penna all’editore o, ancor meglio, agli editori italiani’’ con un editoriale ‘’pieno di inesattezze, false credenze e luoghi comuni con i quali non ti aspetteresti di dover fare i conti sulle colonne di uno dei più autorevoli quotidiani italiani’’.

‘’Scrive Mucchetti nel suo editoriale che Google cannibalizzerebbe l’informazione degli editori pescando “nelle singole pagine web dei siti online senza nemmeno chiedere permesso e senza passare attraverso le home page dove si concentra la pubblicità” – rileva Scorza –, lasciando agli editori italiani una sola alternativa: “subire o impedire l’accesso a Google News, nel qual caso, però, finirebbero fuori non solo da Google News ma da Google rendendosi di fatto irraggiungibili agli internauti”.
E’ – e la circostanza non sorprende – la stessa prospettazione della segnalazione indirizzata questa estate dalla FIEG all’Autorità antitrust ed è, naturalmente, parimenti inesatta.
Google – come è già stato reiteratamente scritto e provato – consente agli editori di giornali di sottrarsi alla sola indicizzazione su Google News, restando, raggiungibili senza alcuna limitazione attraverso il motore di ricerca generalista.
Non si tratta, dunque, di scegliere se esistere o scomparire ma, più semplicemente, di decidere se sfruttare a proprio vantaggio le potenzialità dell’aggregatore di notizie di Google o, piuttosto
– conclude Scorza –, continuare ad immaginare i giornali online come una semplice versione elettronica dei corrispondenti quotidiani cartacei e, dunque, destinati ad essere sfogliati dalla prima all’ultima pagina secondo un percorso sempre eguale a sé stesso”.