“Memorial”, novità apparenti ma i documenti non tornano

barnieri.jpg Una cosa, la più importante, non è cambiata: il ricordo delle migliaia di vittime di Stalin ora è in mano a chi ha meno interesse a rivangare il passato – Ondata di interventi di solidarietà nei confronti dell’ associazione, fra cui la lettera di 29 studiosi italiani sottoscritta anche dall’archivio Marco Pezzi e dalla casa editrice “Odradek”

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di Valentina Barbieri

“Memorial” è una ong russa che conduce un imponente lavoro di ricerca sul terrore stalinista, a cui si devono raccolte di documenti accessibili, biblioteche specializzate, monumenti commemorativi e l’approvazione nel 1991 di una legge per la riabilitazione delle vittime della repressione politica.

Il 4 dicembre nella sede di S.Pietroburgo di “Memorial” è stata compiuta una perquisizione della polizia che di ufficiale ha avuto ben poco: volti coperti, manganelli, dati erronei nel mandato, trattenimento di collaboratori dell’organizzazione e interruzione della comunicazione con l’esterno. (v. Lsdi, Russia: operazione “Memorial”, come cercare di cancellare il passato stalinista)

Dopo giorni di silenzio, grazie anche alla pressione di un’opinione pubblica sempre più informata, sono arrivati i primi commenti ufficiali. Il 10 dicembre Sergej Kapitonov, incaricato stampa della procura di S. Pietroburgo, ha confermato che la perquisizione si rifaceva all’ indagine sulla pubblicazione di materiale estremistico sul giornale “Novyj Peterburg”.

Il giudice istruttore Michail Kalganov, a capo delle indagini, si è invece rifiutato di rilasciare dichiarazioni alla stampa, «richiamandosi alla segretezza dell’indagine e invitando seccamente i giornalisti a cercare chiarimenti nella conferenza stampa della procura» commenta “Memorial”.

Il 12 dicembre Irina Flige, direttrice dell’ong, è stata convocata per un interrogatorio alla procura del distretto centrale di S.Pietroburgo.

Prima dell’ interrogatorio la Flige ha consegnato a Kalganov una dichiarazione in cui ribadiva l’ assoluta estraneità della sua persona e di “Memorial” al finanziamento di «Novyj Peterburg» e alle sue pubblicazioni. Sottolineava inoltre che sarebbero state “immediatamente rese pubbliche tutte le informazioni riferite nel corso dell’ interrogatorio o in una conversazione privata riguardanti la perquisizione e i materiali requisiti nel corso della stessa, l’ interrogatorio, gli sviluppi dell’ indagine, del processo e le altre attività da parte del comitato d’ inchiesta della procura di S.Pietroburgo.”

Il colloquio non è stato però chiarificatore, anzi, alla domanda dell’ avvocato di “Memorial” I. Pavlov sui motivi della perquisizione, Kalganov ha rimandato tutte le risposte ai successivi incontri.

Anche la dichiarazione del pm su una possibile restituzione il 15 dicembre del materiale requisito (12 dischi rigidi e altri documenti) non ha avuto attuazione pratica. Questa è per Pavlov la conferma di un’ opera di disinformazione intenzionale da parte di Kalganov, che è riuscito a convincere molti che la restituzione fosse già avvenuta.

Dopo l’ interrogatorio Pavlov ha presentato al tribunale federale del distretto Deržinskij di San Pietroburgo un reclamo per la perquisizione del 4 dicembre, articolato in 3 punti

1. nel mandato era indicato il nome «organizzazione benefica “Memorial”» e non centro informativo scientifico “Memorial”;
2. data la mancanza di documenti legati all’ indagine, l’ inquirente ha confiscato tutto ciò che gli è capitato a portata di mano;
3. in violazione della legge gli oggetti e i documenti requisiti durante la perquisizione non sono stati mostrati ai presenti.

Nel frattempo “Memorial” si è mossa anche su un altro fronte, che ha già dimostrato la sua importanza in questa vicenda: quello della comunicazione.

Il 16 dicembre si è tenuta la conferenza stampa «Che cosa cercavano a “Memorial”?», a cui hanno partecipato Irina A. Flige, direttrice di “Memorial” di San Pietroburgo, l’avvocato I.Ju.Pavlov, il direttore del Fondo per la salvaguardia di Pietroburgo-Leningrado A.D. Margolis, la collaboratrice Morgačeva, il rappresentante di “Memorial” international Daniel e il membro del consiglio dei fondatori Kosinova. Erano presenti circa 15 giornalisti dei canali televisivi NTV, Peterburg- Pjatyj Kanal e 100 TV, del giornale Novaja Gazeta, della stazione radio Echo Peterburga, di diverse agenzie stampa e portali Internet.

La conferenza ha spiegato nel dettaglio i vari momenti dell’indagine e, naturalmente, ha formulato delle ipotesi sulle motivazioni della perquisizione a “Memorial”.

La teoria comune è quella del contrasto ideologico. Secondo Irina Flige "Il tema della memoria delle vittime del terrore è diventato una linea di fronte ideologica: non c’è posto nell’ideologia attuale del governo per la responsabilità civile verso il passato”.

Sulla stessa falsariga prosegue Aleksandr Daniel’, che interpreta la perquisizione come la copertura operativa di un attacco ideologico a “Memorial”. «Oggi guadagna sempre più consenso l’ideologia «del passato positivo», che giustifica anche le repressioni del periodo sovietico e il regime di Stalin, che noi riteniamo criminale.” Per questo motivo l’ong è stata recentemente attaccata da alcuni articoli del “Russkij Žurnal”, proprio nei giorni in cui a Mosca si teneva una conferenza internazionale sul tema organizzata da “Memorial” e altri enti.

La motivazione ufficiale della perquisizione appare “assurda” anche al direttore del Fondo per la salvaguardia di Pietroburgo – Leningrado,cha da anni collabora con “Memorial”. Margolis ha definito “Memorial” e Novyj Peterburg “avversari di lunga data e per motivi di principio».

Il 17 dicembre, giorno successivo alla conferenza, era la data designata per la nuova seduta del tribunale federale del distretto Deržinskij di San Pietroburgo. A sorpresa, nessun rappresentante della commissione d’inchiesta della Procura di S.Pietroburgo si è presentato in tribunale e non hanno fatto pervenire la documentazione a difesa degli inquirenti.

A detta del giudice Šibakov il reclamo sarebbe arrivato in tribunale venerdi e solamente lunedì al giudice, quindi l’inquirente Kalganov non avrebbe fatto fisicamente in tempo a presentare i materiali. La seduta è stata quindi aggiornata al 22 dicembre, e il 22 dicembre c’è stato un nuovo posticipo al 16 gennaio, motivato dal fatto che Kalganov sia stato convocato dalla Procura generale della Federazione russa.

Da una parte, come segnala il portale dell’informazione Zaks, “questo indica che lo scandalo della perquisizione ha destato interesse a livello federale”, dall’altra la continua proroga non è un segnale incoraggiante.

A detta di Pavlov "l’esperienza insegna che se l’inchiesta arriva alla procura generale, significa che in procura ci sono persone che nutrono dei dubbi sulla legalità delle azioni dell’inquirente. La prassi esistente però si esaurisce nel fatto che la maggior parte dei reclami per le azioni dell’inquirente sono esaminate dall’inquirente stesso e la procura sottoscrive solamente la risposta al reclamo”.

L’intervento di organi superiori non è quindi, di per sé, una garanzia di imparzialità, come ha dimostrato anche il dibattuto all’Osce .

Alla richiesta di chiarimenti sulla perquisizione mossa dai colleghi di USA e Francia, il rappresentante russo Anvar Azimov ha sostenuto la tesi del finanziamento da parte di “Memorial” di attività estremistica. Questa dichiarazione ha provocato le forti critiche di Aleksej Roginskij, rappresentante della direzione di “Memorial” International, che l’ha definita “scandalosa e umiliante per lo status di diplomatico russo” che avrebbe dovuto “mantenere un atteggiamento di piena imparzialità”.

Un sostegno decisamente maggiore è venuto da associazioni storiche, slavofile e per i diritti umani, che da subito si sono attivate con appelli, raccolte di firme, lettere aperte.

L’Associazione storica americana (AHA), che rappresenta circa 20.000 persone, ha inviato una lettera al presidente Medvedev per chiedere che i documenti requisiti siano restituiti perché siano «accessibili per i ricercatori attuali e futuri, che hanno così alta stima di questo archivio unico».

Si ricordano anche la lettera dei partecipanti della conferenza internazionale «La storia dello stalinismo: risultati e problemi dello studio», la lettera di 29 studiosi italiani sottoscritta anche dall’archivio Marco Pezzi e dalla casa editrice “Odradek”, quella di un gruppo di studiosi austriaci e dell’American Association for the Advancement of Slavic Studies.

Solidali con “Memorial” anche la UE, Human Rights Watch, il partito democratico russo “Jabloko”, Amnesty international, vari deputati del parlamento tedesco, il gruppo per i diritti umani di Kharkov (Ucraina), il consiglio per i diritti umani di S.Pietroburgo, il centro di difesa dei diritti umani e il centro “Società aperta” di Ekaterinburg. E naturalmente le sedi russe ed internazionali di “Memorial”.

Per quanto riguarda la stampa, ci sono state voci importanti sul piano russo (Kommersant, Novaja Gazeta) ed internazionali (Le monde, Observer, Times, Corriere della Sera, El Pais).
Nel complesso, quindi, molti sembrerebbero le novità maturate in quest’ultimo mese: un’opinione pubblica più consapevole e attiva, un processo che va avanti, il coinvolgimento di enti internazionali, molte promesse di restituzione.

Ma una cosa, la più importante, non è cambiata: il ricordo delle migliaia di vittime di Stalin ora è in mano a chi ha meno interesse a rivangare il passato.

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FONTI:

«Мысль о связи между «Мемориалом» и «Новым Петербургом» абсурдна – Александр Марголис» (Aleksandr Margolis: “L’idea che ci sia una relazione tra “Memorial” e Novyj Peterburg è assurda”), Agenzia di informazione baltica, 16.12.2008
http://bia-news.ru/news/72494?month=7&year=2008

Жалобу "Мемориала" рассмотрит 17 декабря Дзержинский суд Петербурга (Il ricorso di “Memorial” sarà esaminato il 17 dicembre dal tribunale del distretto Deržinskij di San Pietroburgo) zaks.ru ,16.12.2008
http://www.zaks.ru/new/archive/view/52997

Обыск в "Мемориале" заинтересовал Генпрокуратуру? (La perquisizione a Momorial ha coinvolto la Procura generale?), Lenizdat.ru, 17.12.2008
http://www.lenizdat.ru/a0/ru/pm1/c-1069799-0.html

Продолжается международная кампания ученых в защиту «Мемориала» (Continua la campagna internazionale degli studiosi in difeda di “Memorial”), Centro per la comunicazione pubblica, 19.12.2008
http://newcpi.wmtest.ru/2008/12/19/prodolzhaetsya-mezhdunarodnaya-kampaniya-uchenyih-v-zaschitu-”Memorial”a/

Генпрокуратура проверит, зачем в "Мемориале" делали обыск           (La procura generale verifica i motivi della perquisizione a “Memorial”), Agenzia della comunicazione sociale, 22.12.2008
http://www.asi.org.ru/asi3/rws_asi.nsf/va_WebPages/72219F39E0C34770C32575270036ECCFRus

Изъятые в петербургском «Мемориале» материалы до сих пор не возвращены (I materali requisiti alla sede di “Memorial” a S.pietroburgo non sono ancora stati restituiti), Agenzia d’informazione Rosbalpiter.ru, 16.12.2008
http://www.rosbaltpiter.ru/2008/12/16/603668.html

Генпрокуратура занялась обысками в "Мемориале" (La procura generale si è interessata delle perquisizioni a “Memorial”), Fontanka.ru, 23.12.2008
http://www.fontanka.ru/2008/12/23/085/

«Мемориал» подаст в суд на постоянного представителя России в ОБСЕ (“Memorial”q
http://www.polit.ru/news/2008/12/23/sud_obse.html

Хроника событий, cronaca degli eventi
http://memorial-nic.org/obysk.html