Solo il 10% degli americani sono appassionati dell’ informazione, contro il 90% di apatici

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Lo rileva Rich Gordon, offrendo una sintesi dell’ ultimo saggio di Markus Prior ("Post-Broadcast Democracy") sul sito del  Readership Institute.

Quando viene loro chiesto di scegliere il tipo di trasmissione preferita (fra informazione, sport, giochi, videoclip, documentari, telefilm, fiction o film) solo il 5% degli americani situa l’ attualità al primo posto, mentre è al secondo posto per l’ 11% degli interpellati e al terzo posto per il 14%.

In altre parole, secondo Gordon, solo una piccola minoranza della popolazione si interessa alle informazioni. L’ aumento del numero di tv via cavo ha soltanto permesso a questi “drogati” dell’ informazione di soddisfare la loro sete di notizie. « Meno persone guardano più informazione », spiega Prior, precisando che solo il 10% della popolazione è patita per l’ attualità.


Ma c’ è un problema – rileva Nicolas Kaiser-Bril su Windowonthemedia -: questi fissati non sono tutti delle Categorie socioprofessionali superiori ma si suddividono in tutti gli strati della società. Per cui non sono segmentabili per gli inserzionisti pubblicitari. Nessuna testata giornalistica può contentarsi di loro.

Questa spiegazione, secondo Kayser-Bril,

si collega all’ analisi di Vin Crosbie sul  perché della morte dei giornali: questi ultimi non rispondono più alle esigenze dei consumatori, volendo offrire dell’ informazione nazionale a un pubblico che se ne frega.
La relativa sconfitta della stampa online deriva dallo stesso fenomeno. I siti dei giornali non propongono quasi altro che informazione.
Per offrire online lo stesso prodotto della carta, un miscuglio di informazione e divertissement, i siti dei giornali dovrebbero proporre un approccio più ludico dell’ attualità – e per questo acquisire il talento necessario.

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