Pubblicità: proteste di editori e aziende per l’ ipotesi di accordo Google-Yahoo!

out-210.jpg L’ Associazione mondiale dei giornali (WAN) e la Association of National Advertisers (ANA) hanno chiesto alle autorità garanti della concorrenza di bloccare il progetto, perché “rischierebbe di ridurre la competizione, limitare le scelte e far lievitare i prezzi”
(nella foto: L’amministratore delegato di Yahoo! Jerry Yang a colloquio coi co-fondatori di Google Larry Page e Sergey Brin a margine di una conferenza a Sun Valley, nel luglio scorso)

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L’ Associazione mondiale del giornali (World Association of Newspapers, WAN) ha chiesto oggi alle autorità garanti della concorrenza negli Usa e in Europa di bloccare l’ accordo sugli spazi pubblicitari raggiunto da Google e Yahoo!. La partnership, secondo la WAN, potrebbe avere infatti un “impatto negativo – spiega una nota – sui ricavi pubblicitari che i due giganti delle ricerche online producono per i giornali e gli altri siti web e sul costo della pubblictà a pagamento nelle ricerche”.

“WAN, che rappresenta 77 associazioni nazionali di editori di giornali e 18.000 quotidiani in tutto il mondo, si è rivolta – prosegue la nota – all’ Antitrust Division del Dipartimento di giustizia Usa, alla Direzione Concorrenza della Commissione Europea e all’ Ufficio Concorrenza del Canada, chiedendo loro di esaminare l’ impatto di quell’ accordo e di bloccarne l’ operatività”.

La questione era stata sollevata qualche giorno fa anche dalla Association of National Advertisers  (ANA), che ha già inviato al Dipartimento per la Giustizia statunitense una lettera in cui “manifesta – scrive Tullio Matteo Fanti su Business.webnews.it la sua totale opposizione alla  annunciata partnership tra Google e Yahoo”, che  “rischierebbe di ridurre la competizione, limitare le scelte e far lievitare i prezzi richiesti per annunci pubblicitari di qualità”.
Tra i sostenitori di questa protesta ci sono nomi come Apple, Procter&Gamble, CocaCola, General Motors, Microsoft…

Secondo una analisi indipendente presentata dall’ ANA, attraverso un eventuale accordo i due gruppi controllerebbe il 90% delle pubblicità legate alle ricerche e potrebbe sfidare il libero mercato, diminuendo la competizione ed incrementando la contrazione del potere di mercato.

Yahoo! – rileva Pcself.com –  respinge al mittente le critiche, sottolineando che i prezzi sono determinati dalla domanda degli inserzionisti e non dalla collaborazione con Google. Anche il gigante di Mountain View difende la prtnership comunicando che "numerosi inserzionisti hanno riconosciuto che questo accordo li aiuterà a far coincidere in modo più efficiente i propri annunci con gli interessi degli utenti", e che "i prezzi delle inserzioni continueranno ad essere stabiliti dalle aste".