Dopo la esplosione in Europa la ‘mobile-tv’ raggiunge gli Usa

Un cellulare con mobile-tv Il boom della televisione su supporti mobili come i cellulari – L’esperienza giapponese e la scommessa del nuovo mercato europeo e statunitense – Investimenti, servizi e costi – In un articolo del New York Times si analizzano i vari mercati in cui si sta sviluppando il fenomeno della Mobile Tv, ancora in bilico tra servizio di nicchia e strumento del futuro

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di Kevin O’ Brien,
(Mobile TV Spreading in Europe and to the U.S.,
New York Times, 5 maggio 2008,
traduzione di Andrea Fama)

BERLINO – In Svizzera ogni giorno 40.000 persone guardano 100 secondi di notizie televisive trasmesse sul proprio telefono cellulare. In Italia un milione di persone paga 19 euro mensili per guardare fino ad una dozzina di canali.

Le mini TV, quelle che si guardano da un cellulare, stanno diffondendosi oltre il Giappone e la Corea del Sud, dove sono disponibili già da tre anni. Gli operatori mobili in Europa e negli Stati Uniti stanno investendo in nuove stazioni di trasmissione, strumenti mobili, programmazione e promozione televisiva, sebbene non sia ancora chiaro se ciò genererà profitti.

Domenica 4 maggio AT&T Wireless, che vanta 71,4 milioni di utenti telefonici, ha lanciato negli Stati Uniti la AT&T Mobile TV. Il servizio costa 15 dollari al mese e comprende 10 canali, tra cui Pix, che trasmette film della Sony Pictures. AT&T venderà cellulari in grado di ricevere la trasmissione prodotti da LG Elctronics e da Samsung.

Questo mese la Gran Bretagna ha messo all’asta delle frequenze wireless che potrebbero essere usate per la trasmissione della Mobile TV. La Francia ha in programma di assegnare a giugno una licenza per un servizio di 13 canali. In Germania, Mobile 3.0, un gruppo di investimento guidato dalla azienda sudafricana Naspers, prevede quest’anno di avviare un servizio video.

Questi servizi si uniscono all’offerta di una manciata di altre Mobile Tv come in Svizzera e in Italia, tutte trasmesse da stazioni speciali verso piccoli ricevitori presenti nei cellulari.

Fino al lancio della tecnologia di trasmissione mobile avvenuto tre anni fa, gli operatori di telefonia mobile erano costretti ad inviare i video sotto forma di clip predefinite verso i singoli utenti, grazie all’alta velocità dei network cellulari di terza generazione. Ciò si è rivelato costoso sia per gli operatori che per gli utenti, ed inoltre le dimensioni notevoli dei video rallentavano il traffico voce e quello degli altri servizi tradizionali. La trasmissione mobile diretta, invece, non tassa i cosiddetti network 3G.

Il Giappone è leader mondiale nel mercato della Mobile Tv diretta, con 20 milioni di cellulari equipaggiati per la ricezione Tv, seguito dalla Corea del Sud con 8,2 milioni, secondo i dati forniti da In-Stat, una compagnia di ricerca e consulenza con sede a Scottsdale, in Arizona. Stando alle stime di In-Stat, alla fine del 2007 la Mobile Tv vantava 29,7 milioni di utenti in tutto il mondo. Guidata dalla espansione del mercato in Giappone, questa cifra dovrebbe quasi raddoppiare entro la fine del 2008, attestandosi sui 56,9 milioni.

L’Italia è stato un Paese precursore in Europa, avendo lanciato il servizio nel 2006. Il principale operatore di Mobile Tv del Vecchio Continente è 3 Italia, di proprietà di Hutchison Whampoa, di Hong Kong, e vanta 800.000 utenti, circa il 10% del totale dei propri clienti, a cui è offerto un servizio di 12 canali.

Swisscom, invece, offre un servizio di 20 canali, per un costo pari a 12,5 euro mensili.

Per alcuni operatori, ad ogni modo, la Mobile Tv rimane un servizio di nicchia. Negli Stati Uniti, Verizon Wirelss ha offerto servizi di Mobile Tv a partire da marzo 2007, riuscendo ad attirare, secondo In-Stat, solo 100.000 utenti.

Robert Briel, editore di Mobile Broadband News (Amsterdam), un servizio di informazione on-line per gli operatori della telefonia mobile ed i fornitori di accessori, ha dichiarato di essere scettico circa le prospettive della Mobile Tv. La gente preferisce guardare la televisione su schermi grandi e la maggior parte degli adulti non ha né il tempo né la necessita di guardarla su di un cellulare, sostiene.

Per la trasmissione video in Europa si utilizza uno standard chiamato DVB-H (abbreviazione di Digital Video Broadcasting for Hand-helds), sviluppato dalla DVB Project, un gruppo con base a Ginevra che riunisce 275 compagnie operanti nel campo dei media, dell’intrattenimento e della telecomunicazione.

Lo scorso luglio, la Commissione Europea ha raccomandato alle nazioni dell’Unione di utilizzare lo standard DVB-H, ma tale raccomandazione non era vincolante. Negli Stati Uniti, Verizon Wireless ed AT&T Wirelss utilizzano una tecnologia differente chiamata Media Flo e sviluppata da Qualcomm. In Giappone, Corea del Sud e Cina si utilizzano standard ancora differenti.
Tutte queste tecnologie hanno consentito agli operatori di controllare la trasmissione televisiva attraverso la vendita di telefoni cellulari equipaggiati per la ricezione e di pacchetti di programmazione.

“Si può tranquillamente affermare che ancora non sia emerso alcuno standard globale”, ha dichiarato Lars Felber, marketing manager di Elgato, una compagnia tedesca che realizza penne U.S.B. per la ricezione Tv dei computer della Apple. “Ciò che pare stia emergendo è una serie di differenti tecnologie complementari tra loro”.

Mentre non è ancora chiaro quale standard prevarrà, i produttori di accessori come Telegent Systems producono chip per tutti gli standard.

“Siamo davvero di fronte ad un fenomeno che cambierà le abitudini televisive in tutto il mondo”, ha affermato Weijie Yun, co-fondatore e direttore generale di Telegent.