Calma piatta nella stampa russa per elezioni senza storia

La vecchia Pravda Domenica si tengono in Russia le elezioni presidenziali ma l’’atmosfera è tutt’altro che concitata: il designato sarà naturalmente Dmitrij Medvedev, ora ai vertici di Gazprom e amico di vecchia data di Putin -Una panoramica sui giornali russi (compiuta dall’ autrice di una tesi “La stampa russa post-sovietica. Vecchi limiti e nuove strategie” di cui pubblichiamo un estratto) mostra come più che un clima di campagna elettorale sia in corso una sorta di “insediamento presidenziale” – Le radicate ambiguità del rapporto fra stampa e potere

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di Valentina Barbieri*

In generale, tutti i giornali hanno dedicato più spazio a Medvedev che agli altri candidati. Questo è evidente soprattutto nella «Rossijskaja Gazeta», giornale di proprietà del governo russo, che nelle ultime due settimane ha pubblicato in media un articolo al giorno su Medvedev.
Testate note per lo stile professionale ed equilibrato, come «Kommersant» e «Izvestija», hanno sollevato dubbi come “Sono elezioni?”(25/02) e “Medvedev sarà più liberale di Putin?”(28/02).

La «Nezavisimaja Gazeta» e la «Novaja Gazeta» hanno invece assunto toni marcatamente più ironici e disillusi. La prima nella rubrica “Filantropia” del 26/02 racconta “Una favola serena sul 2 marzo”, che prende spunto dal detto “la legge è una taiga, l’orso è il padrone " (in russo la parola che indica l’orso è medved’, evidente richiamo a Medvedev).
La seconda nell’articolo “L’elettorato impenitente” del 28/02 scrive: “l’istituto delle elezioni non è solo l’inserimento delle schede elettorali nell’urna. È una competizione libera e aperta di idee, programmi e candidati. E questo dall’elezione di marzo non se l’aspetta nessuno”.

Più leggero il tono del “Moskovskij Komsomolec”, che in una lettera del corrispondente Aleksandr Minkin a Vladimir Putin invita l’ex presidente a dormire sogni tranquilli, perché andrà a finire bene.

Nel complesso, più che un clima da campagna elettorale si delinea un clima di insediamento presidenziale poiché, in mancanza di reali alternative a Medvedev, viene meno il ruolo sociale della stampa come strumento di circolazione di idee e proposte.

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Il rapporto tra stampa russa e potere è da sempre un tema complesso e ricco di ambiguità.

Nata per volontà di uno zar (Pietro I), cresciuta nel sistema sovietico della propaganda, utilizzata come arma nella guerra tra le grandi oligarchie e poi imbrigliata nel processo di nuova statalizzazione, la stampa russa non ha mai potuto maturare una propria autonoma identità.

Ora questo cammino deve essere percorso ed integrato con le risposte alle nuove sfide globali, quali la stampa online e il concetto di autoregolazione della professione.

E in questo cammino, come sempre, incideranno le posizioni del nuovo presidente.

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* Valentina Barbieri, 25 anni, di Oderzo. E’ laureata con lode all’ Università di Padova in Lingue straniere per la comunicazione internazionale con i professori Raffaele Fiengo e Maria Luisa Ferrazzi con una tesi – di cui Lsdi pubblica un estratto – sul giornalismo nella Russia contemporanea.

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