QUANDO LE NOTIZIE NON SONO PRODOTTI DA VENDERE


Fa ancora discutere la ricerca del Project for excellence in journalism che ha messo a confronto l’ attualità presentata dai mainstream media e quella costruita dai più popolari siti di aggregazione gestiti dagli utenti, come Digg, Reddit e Del.icio.us

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Quello che gli internauti definiscono come attualità sui siti web di cui sono protagonisti e l’ attualità vista dai giornalisti (quello che si trova sui giornali) hanno molto poco in comune. Lo ha stabilito una recente ricerca del Project for Excellence in Journalism (PEJ) (vedi Lsdi ).

Uno studio che, scherza Francis Pisani sul suo blog, spinge qualcuno a concludere che noi giornalisti rischiamo di non essere più informati. Ma non è così semplice.

Le domande a cui la ricerca pretende di rispondere sono assai rivelatrici, spiega Pisani: ‘’Se un giorno avessimo un mondo senza giornalisti oppure, in ogni caso, senza responsabili delle redazioni, a quale attualità (news agenda) saremmo esposti? Quali sarebbero le differenze fra una prima pagina preparata dai cittadini e un’ altra del tipo di quelle che noi prepariamo professionalmente?’’.

Tutto questo ha l’ aria di essere interessante, ma la domanda ignora un punto fondamentale: nessuno dei tre siti analizzati (Digg.com, Reddit.com e del.icio.us) funziona in un ecosistema di media tradizionali. Funzionano marginalmente rispetto a questi ultimi e ci sembrano interessanti soltanto quando attirano la nostra attenzione su dei temi e degli articoli scartata dalla grande stampa. Chi avrebbe l’ idea di raccomandare un articolo pubblicato in evidenza e a sazietà nella propria comunità?’’.

E’ quello che pensa, ad esempio, Fabrice Florin, fondatore e direttore esecutivo di NewsTrust , un sito che invita gli utenti a rilevare la serietà e la qualità degli articoli pubblicati sulla stampa tradizionale. ‘’Io credo che in effetti molti utenti di ‘social news sites’ vi partecipino per scoprire delle prospettive differenti rispetto ai media tradizionali’’, mi ha scritto in una e-mail.

E, riferendosi all’ esperienza di NewsTrust, aggiunge:

“Nel vecchio mondo dei grandi media tradizionali, le notizie sono dei prodotti venduti ai consumatori o alle aziende che cercano di raggiungere quei consumatori. Nel nuovo mondo dei media sociali e interattivi, queste stesse attualità diventano una materia bruta che gli utenti assemblano per formulare il loro punto di vista personale e ripubblicano per esprimere la loro prospettiva agli amici, familiari, colleghi e comunità virtuali. E’ dunque un materiale di riflessione col quale si costruisce la propria ‘concezione del mondo’, piuttosto che un prodotto finito che si consuma senza pensarci’’.

Ben detto, no?