FRANCIA: GIORNALISTI IN LOTTA PER L’ INDIPENDENZA


Dopo 15 anni riprendono le iniziative unitarie dei cinque sindacati francesi – Una petizione in difesa della libertà di stampa e la nascita di una struttura Intersindacale – Il 5 novembre giornata d’ azione comune dei giornalisti europei proclamata dalla EFJ

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I sindacati dei giornalisti francesi hanno lanciato nei giorni scorsi una iniziativa unitaria per rivendicare con forza l’ indipendenza come esigenza irrinunciabile per una informazione civile e di qualità.

L’ iniziativa ha portato alla ricostituzione di una ‘’Intersindacale dei giornalisti’’ (qui il relativo blog) da parte delle principali sigle sindacali del paese – SNJ, SNJ-CGT, USJ-CFDT, SJ-CFTC e SJ-FO – e al lancio di una petizione a favore della libertà di stampa che in una settimana (dal 3 al 10 ottobre) ha superato ampiamente le 600 firme.

Alla base dello stato di forte mobilitazione dei giornalisti transalpini la ‘’profonda inquietudine’’ di fronte al moltiplicarsi delle ‘’pressioni politiche ed economiche’’. Preoccupazioni espresse a partire da un dibattito che si è svolto a Parigi il 4 ottobre e che ha raccolto circa 200 persone in rappresentanza dei 37.000 giornalisti (fra cui circa 8.000 ‘’pigisti’’ – cioè precari – e disoccupati) in possesso del tesserino stampa (che viene concesso a chi l’ anno precedente ha svolto in via prevalente attività giornalistica).

“Nella vita delle redazioni, le pressioni si sono estremamente diffuse e banalizzate, al punto che i giovanni che arrivano nelle redazioni lo trovanbo del tutto normale’’, ha rilevato Jean-François Téaldi (SNJ-CGT), redattore a France 3, aprendo l’ incontro.

Riuniti per la prima volta dopo 15 anni, cinque sindacati SNJ, SNJ-CGT, USJ-CFDT, SJ-CFTC et SJ-FO) hanno presentato, in particolare, delle proposte di legge che garantiscano l’ indipendenza giuridica delle redazioni.

Il movimento dovrebbe rendere ancora più vigore nel corso di una manifestazione indetta a Parigi per il 5 novembre. Una data che è stata scelta anche dalla Federazione europea dei giornalisti per una giornata di azione comune dei giornalisti europei intitolata “Stand up for journalism”.

Come ha ricordato Pascal Santi in un articolo su Le Monde del 7 ottobre, alla fine di giugno il Forum delle Sociétés de journalistes (SDJ) (una sorta di comitati di redazione, ndr), creato tre anni fa, a cui fanno capo 27 SDJ di varie testate, aveva già chiesto di “incontrare il più rapidamente possibile il presidente della repubblica, Nicolas Sarkozy”. La richiesta è restate senza esito.

Diritto di veto

Il Forum delle SDJ, in particolare, aveva sollecitato “una modernizzazione legislativa dei testi relativi ai media’’ che comprenda anche il riconoscimento giuridico delle Società dei giornalisti e l’ instaurazione del diritto di veto, come accade a Le Monde, che dia alle redazioni il potere di opporsi alla nomina di un direttore della testata.

Secondo il Forum queste proposte ‘’permetterebbero di garantire l’ indipendenza delle redazioni senza interferire col potere legittimo degli editori’’.

Minacce al pluralismo

La volontà di Bernard Arnault (padrone di LVMH) di rilevare il quotidiano economico Les Echos e di rivedere La Tribune è stato uno dei catalizzatori di questa forte inquietudine. Secondo il Forum questa vicenda dimostra ‘’il dsprezzo di alcuni azionisti nei confronti dei alori della stampa, dei giornalisti e della loro indipendenza’’.

Nathalie Boisson (CFDT) a rincarato la dose: “Nessuno può negare che la stampa sia nella tempesta. Lagardère interviene sui contenuti editoriali delle sue testate. A France Télévisions, vengono soppresse trasmissioni ritenute delicate (come “Arrêt sur images”, di France 5) e si infittiscono i tentativi di perquisizione nelle redazioni, comportamenti che sono contrari al diritto europeo sulla protezione delle fonti.

E anche la presenza assillante del neopresidente Nicolas Sarkozy sui media e la sua vicinanza a imprenditori ed editori come Martin Bouyghes (TF1), Arnaud Lagardère (Europe 1, Paris Match, Elle…), Bernard Arnault (La Tribune) e Vincent Bolloré (Direct Soir, Matin Plus, Direct 8) ha contribuito a far partire la protesta, avvicinando anche le simpatie dei cittadini nei confronti di una professione ritenuta estremamente individualista.

“Abbiamo bisogno di una stampa più forte, che possa giocare il suo ruolo di contro-potere’’, ha sottolineato Gilles Pouzin, della CFTC. Anche perché – rileva sempre Santi -, secondo i rilevamenti La Croix-TNS Sofres, il 63 % dei francesi dubitano dell indipendenza dei giornalisti di fronte alle pressioni politiche ed economiche.