Lettera di protesta Fnsi-Lsdi all’ ambasciatore libico per la vicenda Al-Darrat

Lanciato anche un appello ai rappresentati dei paesi occidentali per sollecitare un intervento a favore del giornalista libico in carcere da 33 anni .





Documento senza titolo

Una lettera di protesta all’ambasciatore libico in Italia Hosni Misallati ed un appello ai rappresentanti dei paesi occidentali che si recano in Libia per sollecitare un intervento a favore del giornalista Al-Darrat in carcere  da ben 33 anni in una località sconosciuta in Libia. Questo è quanto hanno deciso la Giunta della Fnsi e l’Associazione per la Libertà di Stampa e il diritto all’Informazione (Lsdi) durante un dibattito-conferenza stampa che si è svolto il 3 maggio nella sede della Fnsi a Roma in occasione della giornata mondiale per la libertà dell’informazione indetta dalle Nazioni Unite.

Nei primi quattro mesi del 2006 sono stati uccisi ben 30 giornalisti ed operatori dell’informazione in tutto il mondo; altri 146 nel 2005; 788 i giornalisti arrestati nel 2005 e nel 2006 e 178 quelli ancora detenuti. Questi i drammatici dati resi noti dalla Federazione Internazionale dei Giornalisti e dall’Istituto  Internazionale per la Sicurezza dell’Informazione INSI, La Giunta della Federazione della Stampa ha ricordato i tanti colleghi italiani e non uccisi, feriti, incarcerati,

La Fnsi, in collaborazione con l’Associazione per la Libertà di Stampa e il Diritto all’Informazione, (LSDI), hanno assunto come episodio emblematico, il caso del giornalista libico Abdullah Al-Darrat della cui sorte non si hanno notizie. Nessuno, nonostante le richieste fatte alle autorità di Tripoli, sa se sia ancora vivo e, in questo caso, dove sia detenuto. Nessuno sa se è stato processato e per quale reato. Con la famiglia è stato impossibile parlare e le sollecitazioni della Lega libica per i diritti dell’ uomo sono cadute nel vuoto assoluto.

L’enigma Al-Darrat è indicativo della sorte che purtroppo tocca ai prigionieri di opinione quando l’ opinione pubblica mondiale dimentica.

E’ per questo che Fnsi e Lsdi hanno inviato all’ambasciatore libico in Italia, Housni Misallati, una lettera reclamando informazioni verificabili sulla sorte di Al-Darrat. La Fnsi e Lsdi chiederanno, inoltre, al prossimo ministro degli Esteri di sollecitare interventi in favore del giornalista. “Chiediamo inoltre – ha dichiarato il Segretario Generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi – che i rappresentanti dei paesi occidentali che si recheranno in Libia – nel quadro del processo di normalizzazione delle relazioni politiche in atto col colonnello Gheddafi – sollecitino informazioni sulla sua sorte. La comunità internazionale deve sapere se Al-Darrat è ancora vivo, dove è detenuto e perché ”.

Questo il testo della lettera, inviata per conoscenza anche al capo del servizio stampa e informazione della Farnesina Pasquale Terracciano.:

 

Gentile Ambasciatore,

in occasione del 3 maggio, giornata internazionale per la libertà di informazione, la Fnsi e l’Associazione LSDI hanno assunto come episodio emblematico dei rischi che tanti giornalisti corrono nell’esercizio della loro professione, il caso del collega libico Abdullah Al-Darrat, che sarebbe stato arrestato in Libia nel 1973 e di cui allora non si è più saputo niente.

Nessuno, nonostante le richieste fatte alle Autorità di Tripoli, sa se sia ancora vivo e dove sia detenuto. Nessuno sa è stato processato e per quale reato. Anche le sollecitazioni della Lega libica per i diritti dell’uomo sono cadute nel vuoto.

Alla luce dei netti progressi nel processo di normalizzazione delle relazioni bilaterali fra l’Italia e la Libia, ci rivolgiamo a Lei, anche a nome di tutti i giornalisti italiani, chiedendoLe di farci avere notizie di Al-Darrat.

Confidando nella Sua sensibilità Le porgiamo distinti saluti.